Country roads, take me home

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    V'è un momento esatto nel corso dell'anno in cui da Kalamazoo è possibile ammirare uno strano fenomeno celeste. Dura solo qualche istante.
    Quando il sole oltrepassa l'orizzonte, il cielo si dipinge di raggi colorati. Esili e diritti come le dita di una mano, questi fasci di luce si intrecciano tra di loro. Danzano l'uno con l'altro in un valzer serpentino per poi fondersi in un unico baleno iridato e sparire nel crepuscolo. Fino all'anno seguente.
    Gli abitanti di Kalamazoo lo chiamano il Tramonto degli Spiriti.

    ~


    Se dalla piazza centrale, quella del grande mercato del sabato, proseguite verso Ovest per due chilometri e duecentododici metri raggiungerete una vasta pineta i cui confini si perdono oltre i limiti dello sguardo.
    Il sentiero che ivi vi ha condotti terminerà nel sottobosco e non ci sarà modo di proseguire oltre senza sapere la via. Ma se siete abbastanza fortunati da conoscere la giusta direzione potreste inoltrarvici senza perdervi. E continuando il cammino per tre chilometri e ottocentoottantotto metri giungerete infine in una baia.
    Poche saranno le cose che cattureranno il vostro sguardo una volta laggiù: il relitto spiaggiato di una antica bagnarola, sparuti cespugli di elicriso e il profilo dissestato del vecchio faro di Kalamazoo, ormai in disuso. Il torrione spicca sulla cima di un umile promontorio che si protrae nel cuore dell'oceano con lo stesso impacciato modo di un timido amante.
    Lassù, tra le mura pericolanti del faro di Kalamazoo vive un uomo. Nessuno conosce la sua storia; nessuno sa quando sia arrivato né come sia giunto fin là o del perché si sia stabilito proprio in un luogo tanto isolato e fatiscente. L'unica cosa risaputa è che se gli si porta del pregiato bourbon, quell'uomo è incline a fare grandi cose per voi. Poiché lui è uno dei potenti sciamani di Atlas.

    ~


    K si accoccolò sul proprio scranno: una malridotta poltrona di pelle. Agitò poi pigramente il bastone per aria, in quel suo modo consueto di fare. Un paio di giri di qua, altri di là, ed ecco che all'improvviso apparirono dal niente le sagome luminescenti di quattro spiritelli. Sarebbe stato impossibile distinguere i loro volti o i loro lineamenti, persino per gli stregoni di grande fama a cui è riconosciuto il privilegio di poterli vedere di persona. Agli spiriti comuni difatti non è concesso di possedere tratti personali e riconoscibili. Possiedono tutti la stessa medesima forma cristallina indefinibile.
    Gli spiritelli, svolazzando a mezz'aria, si allontanarono l'uno dall'altro, danzando attorno all'uomo che gli aveva richiamati. E mentre ballavano, intonarono musiche vigorose il cui ritmo travolgente era improbabile che non rapisse l'animo di chi le ascoltasse.
    K stappò la bottiglia e si riempì il bicchiere. Era un giorno come un altro, niente di nuovo o speciale, alcunché da festeggiare. Ma cosa importava, c'era sempre un buon motivo per due dita di bourbon e una meditazione rilassata. Con la mente distante, lontana da tutto, discosta dai problemi pratici della vita, lo sciamano si lasciò trasportare dalle note delle canzoni.
    E in quella selvaggia navigazione in acque cognitive, esplorò anfratti mnemonici che fin troppe volte aveva già affrontato, ultimamente. Pareva proprio che la sua mente fosse intrappolata in un maelstrom di fastidiosi pensieri.
    Tutto era iniziato dieci giorni prima. Era successo che K aveva ricevuto l'ennesimo scocciante bisognoso. Persone che bussavano alla sua porta senza un degno tributo per i suoi servigi ne aveva viste arrivare tante e le aveva cacciate tutte. Nessuna eccezione. D'altronde lui non era né un santo né un buon samaritano. Non doveva niente a nessuno, non aveva responsabilità da assumersi.
    Dieci giorni prima una persona era apparsa alle porte del faro di Kalamazoo. Aveva una storia malinconica, come tutti, del resto. Una di quelle faccende banali che si sentono e si risentono all'infinito, di donne malate di una febbre incurabile che chiedono una benedizione o di uomini senza più una famiglia che pretendono vendetta con una maledizione. E bla, bla, bla.
    Fu, invero, l'aspetto di quella persona a generare il maledettissimo maelstrom di pensieri fastidiosi. Era difatti di una ragazza che si trattava. E seppur fosse vero che, in effetti, di giovani fanciulle non se ne vedessero molte, lassù al faro di Kalamazoo, e che pertanto la vista di una qualsiasi sarebbe stata sufficiente ad ammaliare il cuore dello sciamano, era pur anche vero che l'aspetto e il profumo di quest'ultima erano oltremodo incantevoli. Talmente tanto che K non poté rifiutarsi di aiutarla, sebbene non gli avesse portato alcun pregiato tributo.
    E quindi era questo che lo sciamano andava ora chiedendosi: quel risoluto cinismo che aveva dimostrato fino a dieci giorni prima era frutto della sua incrollabile apatia, come aveva sempre creduto, o più semplicemente era lui ad essere un grandissimo stronzo?
    Ma forse c'era di più. Forse quella ragazza gli aveva ricordato qualcuno. Qualcuno che -
    K strinse forte il bastone e lo scosse in un impeto veemente. Nietzsche sbatté contro il terreno sabbioso con un sonoro tonfo ovattato. In un attimo gli spiritelli, la musica e i suoi pensieri scomparvero. K rimase solo.
    I suoi occhi ammirarono un altro Tramonto degli Spiriti passare, senza emozionarsi.

    La luce del crepuscolo si affievolì. Lo sciamano si riempì un altro bicchiere.


    Scena di apertura per la mia giocata d'ingresso assieme a Lionet.

    Ti auguro buona lettura e buon divertimento, vecchio lupo di mare! Sentiti pure libero di intavolare qualsiasi cosa ti venga in mente (possibilmente non far esplodere taverne né fari grazie), l'unica cosa che preferirei mantenere è la location, pertanto permettimi di darti il benvenuto a Kalamazoo!

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    Equipaggiamento:
    - Nietzsche [Arma Superiore I, Arcana +1][Armatura Superiore II, Tempra/Volontà +1/+1][Arma Curatrice I]

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    In un isolotto del Rohs Sirrah, Kalamazoo, in un momento preciso dell'anno e soltanto per qualche istante, si può diventare partecipi di uno straordinario fenomeno meteorologico. Gli abitanti del posto lo chiamano « il Tramonto degli Spiriti ». Fasci di luce ravvivano la sera con i loro colori soffusi - il viola, il blu, l'arancio e altri ancora -, si intrecciano e si fondono in unico raggio iridescente prima di svanire all'orizzonte.
    Tra le tante persone riunitesi nella piazza grande del villaggio, quella in cui il sabato contadini e pescatori allestiscono le proprie bancherelle, vi è una donna dalla quale nessuno riesce a distogliere lo sguardo: con un sorriso bello più di qualsiasi altro stampato sul viso, osserva quanto sta avvenendo. Un uomo, che fino a pochi minuti prima lei nemmeno conosceva, le è dietro a baciarle il collo e a rimirare quanto perfetta sia la sua pelle morbida e ambrata, ché del fatto che il cielo stia esplodendo non sembra importargli affatto. È comprensibile, è inevitabile. La donna di cui lui sta stringendo i fianchi procaci è l'incarnazione di ogni suo desiderio, delle sue fantasie più erotiche. Si fa chiamare Cassandra, ed è la Scion della Lussuria. Il calore che ha sentito quando si è unita a lei quella notte è lo stesso che arde nel suo petto da quando è divenuta una cosa sola col peccato che l'ha salvata, le parole che ha visto sul suo corpo la prova della sua natura.

    Originariamente è arrivata a Kalamazoo proprio per ammirare il momento in cui gli spiriti tornano a casa, successivamente al piacere si è aggiunto il dovere e lei ha così trovato un'ulteriore ragione per partire. Un conte, il cui figlio è stato maledetto, le ha chiesto aiuto affinché trovasse qualcuno in grado di spezzare la maledizione e salvare il proprio bambino. Si tratta di qualcosa di potente - un malocchio evocato in punto di morte da un individuo che non aveva più niente da perdere contro gli eredi di colui che gli aveva rubato ogni cosa, allo scopo di condannarli ad una vita dolorosa e infelice esattamente quanto lo è stata la sua. A parlarle di K è stato invece un assiduo frequentatore della Rosa in Fiore, un individuo molto potente nella Dominante, che, dopo essersi professato amico di costui, lo ha descritto come un abile sciamano in grado di comunicare con gli spiriti e risolvere ogni problema di questo tipo. Per sapere di cosa lei avesse bisogno doveva aver origliato una sua conversazione con le prostitute che lavorano al suo bordello - normalmente non avrebbe accettato un comportamento simile, ma si rivelò così utile quello sciocco assetato di piacere che doveva ricompensarlo. Quella notte la trascorse lei stessa al suo fianco, e lui non fu più lo stesso.

    Dalla piazza centrale verso ovest per due chilometri e duecentododici metri fino una pineta, poi attraverso il sottobosco per tre chilometri e ottocentoottantotto metri: è così che si arriva a quello che è un tempo fu il faro di Kalamazoo, ormai nulla più che un edificio diroccato in cima al promontorio - la dimora di K. Cass aveva già bussato alla sua porta dieci giorni prima; gli aveva raccontato una storia scialba, dozzinale così da impietosirlo e convincerlo ad aiutarla, e dove non sarebbero arrivate le sue menzogne non aveva dubbi che sarebbe riuscito il suo charme. Restò piacevolmente e, allo stesso modo, sgradevolmente colpita dal fatto che l'eremita fosse riuscito a resisterle - che siano stati gli anni passati senza una donna con la quale giacere a renderlo tanto refrattario al suo fascino, o la ragione è da ricercare nelle sue abilità mistiche?
    Adesso sta bussando ancora una volta alla sua porta, tuttavia, a differenza di quanto ha fatto prima, non gli avrebbe mentito. « È inutile continuare con questa farsa » comincia a dirgli sull'uscio, « Hai bisogno di denaro, non è vero? Ho un incarico per te, ricompensato così profumatamente che potrai comprarci tutto il bourbon che desideri per il resto dei tuoi giorni: apri questa porta, non si fa aspettare una signora ».


    Così inizia il tuo arrivo, qualsiasi informazioni può contattarmi su discord.
    In supporto troverai anche il relativo topic. :x
     
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    Un bussare concitato alla porta lo destò di soprassalto dai propri sogni. La notte era ancora adolescente, il silenzio regnava indiscusso tutt'attorno. Perfino la risacca stava ancora riposando: nessuna rilassante melodia, nessun ritmico e logorato fragore sulla riva acciottolata della baia.
    Una voce di donna eruppe nella notte come il tuono in una giornata soleggiata, mozzando ogni speranza di relax dello sciamano. Quale grande rottura di palle poteva mai essere per svegliarlo nel bel mezzo di una notte così tanto letargica e riguardosa?
    K sollevò il culo dalla poltrona di pelle con uno sforzo che gli richiese tutto il proprio autocontrollo. Avrebbe tanto preferito far finta di niente e continuare a dormire ma temeva che la sgarbataggine del suo ospite potesse peggiorare, considerate le premesse finora dimostrate.
    Aprì la porta con un movimento annoiato e per un lungo minuto rimase interdetto. Un misto di stupore e incomprensione si dipinse sul suo volto. Stava forse ancora sognando? La sagoma di una ragazza si ergeva sulla porta. Ma non di una semplice ragazza, badate bene, bensì della stessa rompicoglioni che dieci giorni prima lo aveva raggirato per mezzo del suo aspetto tanto invitante.
    Trascorse un altro lungo minuto prima che il cervello di K si mettesse in movimento e capisse cosa fare, tanto era insonnolito. Con un lieve inchino della testa invitò infine la donna ad accomodarsi.
    Non badò troppo ai suoi modi scortesi, non aveva di certo voglia di litigare in quell'ora tarda della notte. Le riempì invece un bicchiere di legno. La sua mano aveva pescato una bottiglia da una lunga e imbarazzante fila di liquori appoggiati su un anonimo e traballante scaffale della cucina.
    Quello che le aveva servito non era un bourbon di particolare pregio. Glielo aveva regalato un uomo che sosteneva di essere stato maledetto dalla suocera.
    Poche erano difatti le persone che preferivano il vero whiskey a quel troiaio di sapori pungenti denominato scotch. Lo sciamano non avrebbe di certo sprecato dell'ottimo bourbon con qualcuno che non fosse degno di apprezzarlo. Né tantomeno lo avrebbe offerto ad una rompipalle, seppur tremendamente attraente ragazza.
    Si riempì lui stesso il proprio bicchiere, lo batté a mo' di brindisi in quello del suo ospite e finalmente si lasciò cadere su una sedia cigolante.
    « Non è stato tanto saggio da parte tua presentarti a quest'ora della notte », E in un rapido gesto del gomito scolò il bicchiere di whiskey, « Sono talmente stordito dal sonno che le tue moine non avranno alcun successo questa volta »
    Mentre le parlava non poté evitare di ammirarle lo sguardo, non tanto per il colore seducente degli occhi, quanto per quel modo sicuro e al contempo fragile col quale lo osservava. Quello stesso, medesimo sguardo lo aveva fatto sentire colpevole, anni e anni e anni addietro. Lo aveva fatto star male, sì, ma anche tanto bene, in un certo senso. Difatti non riusciva e probabilmente non sarebbe mai riuscito a odiarlo del tutto. Perché esistono sfumature nell'animo umano. Sfumature che possono sembrare contraddittorie e farti agire incoerentemente. Come il desiderio di una donna ma l'avversione ad amarla. O la voglia di abbracciarla nonostante l'averti ferito.
    Erano dettagli che parevano sfuggire a quella ragazza presuntuosa che dava l'impressione di credere alla pochezza dell'animo umano e alla semplicità nell'ottenere qualsiasi cosa con un banale occhiolino. Ma K era un gentiluomo, o forse è più vero scrivere che era un'abile 'dribblatore' di discussioni inutili, pertanto non la rese partecipe dei suoi pensieri. Né tantomeno le chiese come facesse a possedere i remoti lineamenti di una donna defunta da talmente tanto tempo che la stessa memoria di lei, conservata ormai soltanto nella difettosa mente dello sciamano, era vaga tanto quanto il volto medesimo della ragazza. Chissà se ci sarebbe stato tempo, un giorno, per chiederle spiegazioni.
    La ragazza fece oscillare il bicchiere in modo sensuale, « Stavolta andrò dritta al sodo, caro: ci sono in ballo molti solidi », Iniziò, per poi ammiccare in qua e là attorno alla stanza, « - abbastanza per sistemare questo posto fatiscente e vivere una vita senza preoccupazioni »
    Una bella promessa, non c'è che dire. Chiunque avrebbe accettato ad occhi chiusi ma K non era tipo da catapultarsi in avventure sconosciute.
    « Mi hanno detto che te ne intendi di malocchi e che sai parlare con gli spiriti: è vero? » Proseguì la ragazza.
    Lo sciamano si protese verso la sua ospite con un sorriso burlone stampato sul volto, « Che, per caso qualche ragazza invidiosa della tua sconfinata bellezza ti ha lanciato una maledizione? », Si versò un altro bicchiere di bourbon, « Non mi avrai svegliato per guarirti dai foruncoli, spero! »
    Seguì una risata sardonica che metteva in luce tutto lo spirito malizioso della ragazza. I lunghi capelli dorati risplendevano alla luce delle candele nella stanza.
    « Guardami » Fece lei allo sciamano, « pensi davvero che abbia bisogno di qualcosa del genere? », Lasciò cadere la domanda a mezz'aria, tanto la risposta era ovvia, « No, tutt'altro. Il conte Sintra sta cercando qualcuno che lo aiuti: il figlio è stato maledetto e adesso è a letto in stato catatonico. Ha promesso una generosissima ricompensa a chiunque sia in grado di salvare il suo pargoletto », Accavallò infine le gambe, in modo provocatorio « La domanda è: sei in grado di farlo? Non ho sentito altro che storie finora, perché non mi dimostri quello che sai fare? »
    K scolò il secondo bicchiere di bourbon in un unico, rapido sorso. Si alzò dalla sedia e volteggiò per la stanza, circumnavigando il tavolo per un paio di volte. Camminare lo aiutava a pensare.
    Mai un personaggio dell'alta aristocrazia si era abbassato a tal punto da chiedere aiuto a uno strampalato eremita sciattone. Quella sarebbe potuta essere l'opportunità che attendeva da tempo. Non tanto per la somma di denaro promessagli, dei solidi ci faceva ben poco, dopotutto. Quanto la prospettiva di poter piacere a tal punto al Conte da riuscire a guadagnarsi un posto fisso alla sua corte. Lauti pasti, vini d'eccezione, banchetti festosi, camere lussuose e comodi letti dove poltrire dalla mattina alla sera senza fare un cazzo, se non pronunciare qualche incantesimo di tanto in tanto.
    Lo sciamano si arrestò di colpo, battendo il bastone contro la dura pietra. Sì! Valeva proprio la pena arrischiarsi in questa avventura!
    Pescò una bottiglia di whiskey dal traballante scaffale della cucina; sarebbe servita per il viaggio.
    Si diresse di gran lena verso la porta del faro di Kalamazoo e, una volta aperta, scosse poi il bastone con un gesto di estrema sufficienza. Chissà se la ragazza possedeva le capacità arcane necessarie per poter vedere con i suoi stessi occhi gli spiriti che apparvero nella notte, al comando di K. Figure indefinibili, scure come il cuore della morte e agghiaccianti come lo squillo di violini scordati. Avrebbe senz'altro percepito il loro alito freddo scivolarle lungo i fianchi e penetrarle le ossa, l'umida presenza dei loro arti alieni accarezzarle il viso e il familiare prurito del loro bacio sulle guance. Si sarebbe ritrovata a tu per tu con gli spiriti maligni del Voodoo e un tale incontro le avrebbe procurato la comparsa di una manciata di foruncoli purulenti sul volto.
    « Beh? » L'avrebbe infine incalzata lo sciamano, « Cosa stiamo aspettando? »


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    Riassunto: Lo sciamano evoca degli spiriti maligni del Voodoo comandando loro di avvicinarsi e baciare la ragazza sul volto, come aperta dimostrazione delle proprie capacità. Chissà se è riuscito a pizzicare a tal punto la curiosità della sua ospite da convincerla ad assoldarlo?

     
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    parte seconda

    Spiriti oscuri e malvagi appaiono non appena K scuote il suo bastone, ombre che si riescono a scorgere a stento nel buio profondo della notte. Cassandra avverte il loro tocco freddo sulla pelle, lo sente scivolarle lungo i fianchi e penetrarle attraverso la carne fino alle ossa; li guarda in volto. Dovrebbe provare paura.
    Tuttavia, lei non è un essere umano qualsiasi: lei è la Scion della Lussuria. Il suo corpo è bollente perché arde di desiderio, ed il gelo che si trascina dietro qualche animo maligno non è in grado di spegnerlo. Lei ti sorride, e il suo viso è identico a quando lo hai visto la prima volta - non c'è modo che sarebbe potuto essere diverso, poiché fin dall'inizio non vi era niente che potesse essere effettivamente cambiato.
    « Quindi c'è un fondo di verità... » ti dice, sinceramente impressionata da quanto le hai mostrato « Bene signor K, considerati un membro in prova dello staff della Rosa in Fiore, il più grande bordello di Alioth ». Si alza dalla sedia su cui l'hai fatta accomodare e poggia il bicchiere di legno col quale stava giocando sul tavolo davanti a lei, quindi ti raggiunge all'uscio della porta e ti supera. « Un gentiluomo ha da aspettare una signora - è opportuno che tu impari certe cose se hai intenzione di lavorare per me » ti fa un cenno con la mano di saluto, « Ci vediamo domattina al porto; ricorda che ci sono tanti solidi da guadagnare ».

    Il mattino successivo l'aria è bagnata e le narici si riempiono di petricore - la pioggia ha battuto forte sui tetti delle case fino a qualche ora prima. Cassandra ti sta aspettando sul pontile vicino al vascello che vi condurrà a Shenavan: è lì che il conte vi sta aspettando. Passeggiare per il caseggiato non è stato molto piacevole - ha dovuto farlo di soppiatto, per non incrociare gli uomini con cui ha dormito la notte prima.
    Il Sole adesso è caldo, riscalda la pelle in modo gradevole, e il mare è piatto e senz'onde: auspicio di un viaggio tranquillo. Per strada ci sono già molte persone che stanno per cominciare la giornata ed avviarsi a lavorare, passando per la taverna avrai sicuramente incontrato alcuni dei tuoi compagni di bevute, ché il bourbon e il rum sono amicizie che vanno coltivate fin dall'alba. « Ci vorrà un giorno per arrivare nella capitale del Rohs, quindi mettiti pure comodo » e ti fa segno di salire a bordo. I suoi occhi, le sue labbra, i suoi seni e i suoi fianchi sono sempre gli stessi della donna che hai visto conosciuto anni addietro, che ha guarito le tue ferite e te ne ha aperte di nuove. La Scion continua ad ammiccare e ad ancheggiare ad ogni passo, però non è nulla che tu non potessi aspettarti: dovresti aver già capito che tipo di persona è, dopotutto non ne ha mai fatto segreto - e non vede nessun motivo per il quale dovrebbe.

    La nave è in legno d'abete e le velature in tela sono di un rosso acceso, su di esse è ricamata l'immagine di uno scudo dietro al quale sono incrociate due spade, simbolo della compagnia militare cui appartiene l'imbarcazione. L'equipaggio, oltre il capitano, è composto da una decina di uomini nerboruti la cui pelle scura è bruciata dal Sole e dalla salsedine. A bordo vi sono poi altri passeggeri a parte te e lei, molti dei quali indossano vestiti realizzati con tessuti pregiati e portano spade la cui impugnatura è impreziosita di oro e gemme preziose, simbolo del loro rango nobiliare più che vere armi. « Le cabine sono sottocoperta se vuoi riposare ancora, altrimenti puoi restare sul ponte e farmi compagnia, parlarmi di te » il tono con cui ti si rivolge è dolce, « Non trovi opportuno anche tu che io conosca i miei futuri impiegati? »
    Ancora niente da segnalare.
    Puoi continuare in supporto, oppure rispondere direttamente in quest.

    edit: ho copiato il post, e anziché tornare indietro ho premuto "invia". :blobhologram:


    Edited by .artificial - 14/4/2023, 02:04
     
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    Il rollio della nave era tanto dolce quanto il cullare di una madre. E questa era l'unica nota positiva dell'intera faccenda, finora.
    Immaginatevi che gran rottura di palle doversi mettere in cammino nel cuore della notte e macinare miglia e miglia per arrivare all'unico porto di Kalamazoo ancora in funzione. Attraversare l'intero paese cercando di non dare nell'occhio, distogliendo lo sguardo dagli ubriaconi pronti alla rissa e far finta di non riconoscere chi un tempo era stato cliente. Perché di scambiare quattro stupide chiacchiere con quelle rotture di coglioni, nemmeno per un milione di solidi.
    E immaginatevi, una volta giunti a destinazione, di ritrovarvi a tu per tu con la triste realtà: un viaggio per nave. Non male come idea se solo il tanfo di pesce avariato misto all'odore pungente di salsedine, alle stridule grida di ebeti e burberi marinai e alla prospettiva di dondolii nauseanti non facesse torcere le viscere al solo pensiero.
    Quando K aveva accettato l'incarico si era aspettato di viaggiare a bordo di una sontuosa carrozza, mangiando e bevendo a sazietà posato su comodi cuscini imbottiti. Non si era atteso, di certo, una fanculo di traversata per mare. Cos'era quella pagliacciata? La padrona del più grande bordello di Alioth non poteva permettersi un lusso migliore di una vacillante bagnarola?
    Comprenderete pertanto lo stato d'animo che K provava quando la sua compagna di viaggio ebbe l'ardire di chiedere la sua compagnia e il coraggio di interrogarlo sulla storia della sua vita. Spero quindi che capiate e soprattutto giustifichiate la reazione dello sciamano a tale invito. Uno sbuffo scortese, una girata di tacchi e via lesto sottocoperta, in un cantuccio appartato lontano da tutti e da tutto. Con sé, a tenergli veglia, l'unica vera amica che mai lo aveva deluso e mai lo avrebbe fatto. La bottiglia di whiskey era ancora dove l'aveva nascosta, tutta intatta, conservata tra le pieghe del soprabito, celata agli occhi assetati della ciurma.

    Ma ecco che, tra un sorso caldo di bourbon e l'altro, un dolce rollio e il successivo, K varcò la soglia di quel curioso mondo al limitare del sonno dove non sembra più possibile argomentare ormai alcun pensiero ma dove alle volte riusciamo invece a pescare grandi idee e raggiungere importanti prese di coscienza.
    In effetti sì, non poteva negarlo: si era comportato male. Quella ragazza tanto gentile non se l'era meritato. Non aveva colpe, lei, se per raggiungere la destinazione finale dovevano per forza solcare l'oceano.
    Tanto gentile, ho detto? Diciamo piuttosto 'tanto bella'. Perché mica penserete che lo sciamano si sarebbe scomposto se invece dell'attraente compagna ci fosse stato un qualsiasi uomo, una brutta donzella o una di quelle strane creature che chiamavano galzani. Quello stronzo d'uno sciamano difatti non si sarebbe mai e poi mai allontanato dal suo giaciglio appartato se non fosse stato per l'aspetto particolare della compagna di viaggio. Se non fosse stato che, tutto sommato, era giunto il momento di affrontare quella delicata questione.

    La ragazza si trovava ancora sulla tolda. Lo sciamano si fece largo a grandi passi sorvolando funi, cappi e tutto il sartiame sparpagliato in ogni dove.
    « Un tempo » Le disse, con voce profonda e occhi fermi all'orizzonte, « Ho conosciuto una donna »
    Faceva strano parlare del passato. Non aveva mai raccontato niente a nessuno, prima d'allora.
    Era uno sforzo martoriante. Fragile come sfogliare pagine ingiallite di un antico grimorio e complicato come leggervi le frasi sbiadite dal tempo.
    « Forse, dopotutto, è in parte anche per causa sua se io oggi sono quel che sono »
    Volse alla ragazza uno sguardo interrogativo. Le girò attorno con circospezione per un buon minuto per poi sorriderle compiaciuto.
    « Già! » Proruppe, « Ma non trovi altresì opportuno che io conosca te, in veste di tuo potenziale futuro impiegato? » E gongolò come un giocatore di carte che ha appena vinto una decina di solidi.
    « E allora dimmi, come fai a possedere il medesimo aspetto di quella donna che un tempo io ho conosciuto e che in parte è responsabile di quello che oggi io sono? » Via via che parlava, il tono di K si era fatto sempre più burbero.
    « Oh, davvero non hai mai sentito parlare di me? » Rispose lei di rimando, altrettanto scocciata. Se si aspettava che un eremita ubriacone e oltremodo menefreghista potesse aver mai sentito parlare di qualcuno (famoso quanto le pareva) da importargli a tal punto da ricordarselo ancora, aveva preso un bel granchio.
    « Io sono Cassandra e sono Lussuria » Proseguì la ragazza quando la perplessità sul volto dello sciamano trasmise l'inequivocabile segno che no, K non aveva la più vaga idea di chi fosse.
    « Il mio aspetto è quello della donna per cui ardi di desiderio, della donna che popola i tuoi sogni più perversi »
    Ma tutto ciò era straordinario!
    « Mi sbaglio? » Gli chiese in un tiepido sussurro, avvicinandoglisi allettante.
    Lo sciamano trovò a malapena la forza di scuotere il capo in segno di assenso: no, non sbagliava affatto. Il profumo di rose e gelsomino che aveva da tempo dimenticato riempì di nuovo la sua mente, facendolo vacillare. Per uno sfuggente attimo temette di cedere alla tentazione.
    Era già proteso verso quelle labbra irresistibili quando la ragazza sbranò la magia del momento con ferocia, « Ora che ho risposto alla tua domanda tocca di nuovo a te » Fece, sbrigativa, capitombolando lo sciamano di nuovo nel mondo dei presenti con un sonoro tonfo mentale.
    « Oh, beh » Si ricompose lui, tossendo per schiarirsi la voce. E le idee. « Io non possiedo poteri altrettanto speciali, mi dispiace. Sono soltanto un banale stregone »
    Protraendosi oltre il bordo del parapetto, gli occhi dello sciamano incrociarono il volto riflesso dell'uomo che era diventato, rigato da un'ombra che pareva vergogna. O forse rabbia. O più verosimilmente un insieme di entrambe le cose, « Niente di più »
    Trascorse un lungo minuto nel quale K affogò nei propri pensieri più tristi. Il chiacchiericcio della ciurma faceva da sottofondo, tanto lontano che sembrava provenire da un'altra nave.
    Poi, d'un tratto, così come si era rabbuiato lo sciamano ritrovò il sorriso e, divertito, si rivolse di nuovo alla propria compagna, « Affacciati » Le fece, indicando le acque appena increspate che la traballante bagnarola stava solcando con placida marcia « E raccontami tu che aspetto ti vedi »
    Chi era dunque il desiderio più perverso della Lussuria? Quella risposta valeva tutti i solidi e le rotture di palle del mondo.
    Ma, ahimé, tutto ciò che ottenne fu soltanto una replica evasiva, sfuggente e noiosa, che lo stesso sciamano dimenticò in poco tempo. L'interesse di K era difatti repentinamente scemato.


    Livello: 5

    Salute: [40/40]
    Energia: [40/40]
    Stress: [10/10]

    Competenze: Arcana 5, Percezione 3, Natura 1
    Difese: Riflessi 1, Tempra 2, Volontà 2

    Equipaggiamento:
    - Nietzsche [Arma Superiore I, Arcana +1][Armatura Superiore II, Tempra/Volontà +1/+1][Arma Curatrice I]

    Passive:
    - Angelo Custode

    Attive:


    Riassunto: Giro di role

     
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    country roads, take me home
    parte terza

    « Non c'è bisogno di rimanerci così male, caro » ti dice con una certa accondiscendenza - lei può leggere la tua mente, percepire le tue emozioni, scavarti a fondo dentro e scoprire cose che tu stesso ignoravi; è la sua natura, o almeno lo è diventata dopo esser divenuta una cosa soltanto col peccato della Lussuria.
    « Ci sono ancora diverse ore a separarci da Shenavan: abbiamo tutto il tempo per conoscerci meglio » e continua a sorriderti come solo lei sa fare, suscitando in te sensazioni che non avvertivi da tanto tempo.
    Nel frattempo il cielo comincia a tingersi d'arancio e il Sole si getta in pasto al mare, scomparendo piano all'orizzonte. La brezza serale attraversa la nave, intrufolandosi con gentilezza sotto ai vestiti; le onde si infrangono con dolcezza contro la chiglia, e il loro sciabordio culla le orecchie. I passeggeri e l'equipaggio si ritirano sotto coperta, soltanto il timoniere resta ancora un po'. Per un istante, tutto sembra fermarsi.
    « È splendido, non è vero? » ti domanda con lo sguardo perso ad ammirare la scena; « Non ricordo nulla del tempo in cui ero umana, come se divenendo quello che sono ora fosse stata cancellata ogni traccia di ciò che ero; eppure, sebbene ad un tramonto del genere non abbia mai assistito, provo uno strano senso di nostalgia - i tuoi spiriti sanno rivelarmi qual è il motivo? » poi tira un respiro profondo, solleva i gomiti dal corrimano e si dirige anche lei verso la propria cabina. « È davvero un peccato essere interrotti in un momento del genere. Davvero inopportuno. Ah~ sii gentile, pensaci tu » ti dice mentre sta andando via.
    Probabilmente ti stai ancora chiedendo cosa intendesse, quando quello che sembra un ammasso di alghe a forma di zampa emerge dalla acque sollevando spruzzi alti diversi metri e colpisce la murata e la tolda, distruggendone parte che finisce in balia delle onde del mare. Riesci ad udire distintamente le persone a bordo urlare: una cosa simile non è mai successa loro - forse le anime che ti seguono sono portatrici di sventura, forse soltanto alcune di esse: sta a te capirlo, sei tu lo sciamano. La nave in seguito all'attacco del mostro marino inizia a tremare pericolosamente, al punto che diventa difficile mantenere l'equilibrio.
    Pare che Cassandra ti abbia lasciato una bella rottura di scatole da affrontare, non trovi?


    Proseguiamo con quest'incontro introducendo la meccanica delle prove di abilità (il topic è qui).
    Un mostro marino tutto algoso ha attaccato la nave, colpendola col suo arto algoso e facendola traballare che nemmeno una carovana di elefanti; per non restarne travolto devi affrontare una prova di abilità di atletica di difficoltà 3-4-5.

    Continuiamo in supporto, indicami che hai intenzione di fare.:x
    Come al solito, per eventuali delucidazioni c'è discord.

    P.S.: le statistiche di Cassandra sono: Arcana X; Percezione X; Carisma X; Società X.


    Edited by .flow - 23/11/2022, 18:22
     
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    Perché non affronti la vita? Perché non ti sforzi di fare qualcosa?

    C'era un muretto di pietra poco fuori la città. Il ragazzo vi ci sedeva spesso. Non aveva ancora la barba cespugliosa né la fitta chioma spettinata eppure erano già riconoscibili i tratti dell'uomo che sarebbe diventato.
    Singhiozzava. Scure nuvolette di fumo uscivano dalle sue labbra ad un ritmo impazzito di tamburi diaframmatici.
    Alle sue spalle la città era in fermento: camini, ciminiere, forni, tetti, finestre e finestrelle, torri e torrioni, tutti vomitavano lo stesso fumo nero assassino. E come un gargantuesco colosso ruggente, fragori, rimbombi e ululati serpeggiavano in ogni dove, animando con tetra melodia un mondo già di per sé grigio.
    Il ragazzo si voltò ancora una volta a studiare il volto della città che non riconosceva più, la maschera che il mondo aveva indossato. E si spaventò.
    Saltò giù dal muretto e iniziò a correre, sempre più veloce, sempre più lontano. Più lontano che poteva.
    Le gambe si muovevano all'impazzata, un passo dopo l'altro. Corsero come cavalli imbizzarriti e fu più che sufficiente. Perché alla fine quel mostro di fumo non lo raggiunse mai.

    ~


    Avete presente il detto ma stai sereno, poteva andarti peggio?
    Ecco che, per l'appunto, senza il benché minimo garbo una spaventosa creatura dei mari emerse all'improvviso dalle oscure acque oceaniche, rendendo quel delizioso viaggio ancora più rilassante. Una nuova voce da aggiungere alla già lunga lista dei meravigliosi vantaggi delle traversate per nave: gli attacchi inaspettati dei mostri marini.
    Oltretutto, nonostante le dimensioni, l'imbarcazione sulla quale K stava viaggiando aveva oscillato paurosamente quando il gigantesco ammasso di alghe era affiorato in superficie. Che lo sciamano avesse ragione quando la definiva, scherzosamente, una vecchia e frivola bagnarola? O forse, peggio, che la potenza fisica della creatura fosse talmente incontenibile da far dondolare anche il più possente dei velieri?
    Il mostro marino si mosse, riempiendo il silenzio del crepuscolo con un boato agghiacciante. Sollevò in aria la propria viscida proboscide e poi la sbatté con veemenza contro lo scafo. L'impatto fu roboante. La tolda vibrò come avrebbe vibrato un edificio colpito dal peggior terremoto immaginabile. Il parapetto venne tranciato di netto, senza pietà. Le assi di legno esplosero con un sonoro SCRANK che sapeva tanto di oh mio Dio questa è la fine!. La pioggia di schegge e detriti che seguì travolse tuttotondo la tolda, senza lasciare scampo a nessuno.
    Fortuna che le uniche persone ivi trattenutesi erano il timoniere e K. Lo sciamano era rimasto aggrappato al capo di una fune che, chissà per quale ragione e funzione, si abbarbicava all'albero maestro come un serpente amazzonico. Si era tenuto tanto stretto a quella sartia che doveva essere apparso come un neonato avvinghiato al seno della madre prosperosa.
    Non si sa bene come ma sì, quello smilzo di un uomo era riuscito non solo a evitare di cadere in mare quando il mostro aveva colpito la nave ma anche a impedirsi di perdere l'equilibrio quando l'imbarcazione era stata sballottata di qua e di là. Con uno sforzo oltremodo sbalorditivo, s'intende, K era riuscito a reggersi in piedi. E ora se ne stava lì, a tu per tu col mostro, stordito dallo sbigottimento e dal terrore, confuso per l'incredulità e l'incomprensione. Era successo tutto troppo alla svelta perché riuscisse a far mente locale.
    Fu difatti per un puro istinto di sopravvivenza che K scosse il bastone.
    Una figura luminescente apparve alla sua destra: uno strano essere vestito di tutto punto. Lo spirito allungò le proprie dita dinoccolate, curiosamente più lunghe del normale, sul proprio cilindro, che si tolse dalla testa con un gesto che aveva un che di creanza. Da sotto la tesa del cappello fece capolino un volto emaciato dagli zigomi prominenti e dalle orbite vuote. Un volto spaventoso sotto tutti gli aspetti, ma anche intrigante, per certi altri: il viso del Barone Samedi.
    Lo spirito ruotò il cappello nella mano come un abile prestigiatore e poi lo porse allo sciamano con un rugoso sorriso orripilante. Dall'interno del cilindro spuntarono due globi luminosi che galleggiarono a mezz'aria. Pulsavano di appestata oscurità. Planarono attorno al volto del Barone per qualche istante e poi scattarono verso la cima di Nietzsche.
    Il movimento di K fu repentino e impulsivo, quasi quanto quello di un battitore nel baseball. Agitò il bastone in direzione del mostro marino e subito i due globi luminosi saettarono contro il merdoso ammasso di alghe.
    Lo sciamano già sapeva che la sua offensiva con molta probabilità non sarebbe stata sufficiente a spaventare la creatura né tantomeno ad ucciderla. D'altronde la stregoneria era un'arte più utile ad ammazzare gli uomini che non le bestie selvagge di Atlas. Ma se avesse avuto fortuna, tale offensiva sarebbe quantomeno riuscita a rallentare il mostro per il tempo necessario affinché la ciurma di quella nave del cazzo non fosse intervenuta ad aiutarlo.


    Livello: 5

    Salute: [40/40]
    Energia: [16/40]
    Stress: [5/10]

    Competenze: Arcana 5, Percezione 3, Natura 1
    Difese: Riflessi 1, Tempra 2, Volontà 2

    Equipaggiamento:
    - Nietzsche [Arma Superiore I, Arcana +1][Armatura Superiore II, Tempra/Volontà +1/+1][Arma Curatrice I]

    Passive:
    - Angelo Custode

    Attive:
    - Liberando gli spiriti del Voodoo, K è in grado di maledire le proprie vittime infliggendo loro una morte lenta e dolorosa [Offensiva][Velenoso, Veleno][Arcana - Volontà, Alto][costo 12, effetto 13(+4 unità di stato)]

    - di scagliare lampi di magia nera che dilaniano il corpo dei malintenzionati e degenerano le loro carni, senza lasciar loro alcun scampo [Offensiva][Velenoso, Spossatezza][Arcana - Tempra; Alto][costo 12, effetto 13(+4 unità di stato)]


    Riassunto: 1) K utilizza 5 punti stress per affrontare la prova
    2) K utilizza l'Attiva Barone Samedi I (minaccia di 13+1 danni (+4 unità stato Veleno))
    3) K utilizza l'Attiva Barone Samedi II (minaccia di 13+1 danni (+4 unità stato Spossatezza))

     
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    country roads, take me home
    parte quarta

    « Uh, e io che pensavo di poter riposare~ » sussurra Cassandra tra sé e sé che, sebbene sapesse che un mostro stava per assalire la nave, ha ben pensato di scendere sottocoperta e di spogliarsi - è abituata a dormire nuda del resto, e il freddo non ha nessun effetto su di un corpo che brucia di passione. Invero, il gigantesco arto coperto di alghe ha abbattuto la parete esterna della sua cabina, così rivelando i seni e i fianchi della donna al mare e a coloro che hanno avuto l'idea di lanciarsi fuoribordo, i quali hanno potuto almeno vedere il proprio sogno realizzarsi prima di morire. Non vi sono dubbi, se quella creatura avesse avuto un cervello e un paio di occhi si sarebbe fermata anch'essa a guardare il corpo nudo di Cassandra.
    « Ci sta mettendo un po' troppo, che mi sia sbagliata? » continua a dirsi, nonostante siano passati pochi momenti dallo scontro - è nota per essere molto esigente, ed è bene che K. lo sappia se ha intenzione di lavorare per lei. Nel frattempo, senza alcuna intenzione di rivestirsi, si sdraia sul letto e inizia a toccarsi: pare ci sia ancora tanto da aspettare, e non riuscirebbe mai a pensare a un passatempo migliore. Non le importa di quanto sta succedendo o del fatto che la murata sia letteralmente esplosa, neppure che della sua cabina ormai resti poco e che la nave di cui è passeggera rischi di affondare - perché dovrebbe?

    La creatura degli abissi emerge completamente, e puoi vedere quella che sembra essere la sua testa: un ammasso gigantesco di alghe di mare, oltre cui riesci ad intravedere una gigantesca bocca zannuta dalla quale penzola una lingua nera e biforcuta. Il vascello continua a tremare e l'unico e sfortunato membro dell'equipaggio rimasto sulla tolda si aggrappa al timone con tutta la forza che ha nelle braccia, cercando di non venire sbalzato via dall'impatto. Quando ritrae il proprio tentacolo, si trascina dietro un'altra parte del sopraccoperta, della balaustra e anche uno degli alberi. Prova a cibarsene, ma pare che legno e vetro non rientrino tra le sue pietanze preferite. Li mastica ripetute volte con le sue tre fila di denti acuminati, e lo fa in un modo così rumoroso che sembra quasi che decine di fulmini stiano per abbattersi nei pressi, dopodiché li sputa decine di metri lontano. Il mostro, completamente privo d'intelligenza e della capacità di capire cosa gli accada intorno, mosso dal solo desiderio di nutrirsi non ti presta alcun attenzione.
    Le due sfere di luce viaggiano ad alta velocità e colpiscono l'essere orripilante in pieno muso, che lancia in risposta ai tuoi attacchi un boato tanto fragoroso che la nave oscilla di nuovo e l'aria si appesantisce.
    Conosci spiriti potenti sciamano, e il Barone Samedi è uno di questi: il potere che hai ricevuto in prestito è grande abbastanza da far tremare ogni uomo, e persino le bestie più maestose non possono ignorarlo.

    Se prima nemmeno ti aveva notato, adesso sei il suo unico obbiettivo - la rabbia ha preso il sopravvento sulla fame. In un assordante scroscio di acqua, si tira su di diversi metri ed abbassa il suo tentacolo sulla tua testa, cercando di schiacciarci, usando quante energie ha per vendicarsi del male che gli hai inflitto.
    MOSTRO MARINO:
    Salute: 12 (40-26-2)
    Energia: 14 (32-2-16)

    RTV: 3/3/0
    Competenze: Atletica 4, Percezione 4.
    Effetti di stato: Spossato I, Avvelenato I.

    Equipaggiamento:
    - Tentacoli (equipaggiamento offensivo semplice).

    Abilità passive:
    - Possente: +8 pt. salute.

    Abilità attiva:
    - Furia delle alghe: abilità offensiva; consumo critico; scala su atletica; bersaglia tempra; costo: 16; effetto: 20.

    Riassunto:
    1. Il mostro subisce i due attacchi per un totale di 26 pt. danno, Avvelenato I e Spossato I.
    2. Il mostro attacca con "Furia delle Alghe".

    Note:
    Continuiamo pure in quest!
    Come al solito, per eventuali delucidazioni c'è discord.


    Edited by .artificial - 14/4/2023, 02:04
     
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    Era così bella. Lunghi capelli corvini, occhi lucenti come zaffiri, labbra carnose, forme spioventi. E quell'irresistibile profumo di rose e gelsomino che avrebbe stordito chiunque.
    Il ragazzo la guardava dormire, sognare. Il suo cuore galoppava, come la prima volta che l'aveva vista o quando le aveva promesso il suo eterno amore. Galoppava sempre, d'altronde, stando assieme a lei.
    Ma proprio nell'idillio del massimo climax, qualcosa accadde. Dalle narici, gli orecchi e la bocca della ragazza soffiò all'improvviso denso fumo nero che in poco tempo riempì la stanza.
    Il ragazzo rotolò giù dal letto e iniziò a correre. Il suo cuore non voleva smettere di galoppare. Non più per amore bensì vibrava dal terrore.
    Il mostro grigio era infine ritornato. Infame, bastardo e più spietato di prima.
    Correva a perdifiato, il ragazzo, e già sapeva che il mostro di fumo non lo avrebbe raggiunto, nemmeno stavolta. Doveva solo correre. Finché correva, lui era salvo.

    ~


    Contrariamente a quanto avesse temuto, la stregoneria aveva sortito effetto. La creatura aveva muggito tutta la propria sofferenza, squarciando il silenzio ritrovato del crepuscolo. Ma la somma degli sforzi di K non era bastata a indebolire o uccidere il mostro né tantomeno ad intimorirlo. Anzi, quello sembrava più inferocito e risentito che mai. Sticazzi!
    La creatura affiorò dall'oceano con un ringhio sommesso. Spalancò le fauci zannute in direzione dello sciamano, mostrando la lingua biforcuta a mo' di minaccia. Tutto quello che, di rimando, K riuscì a fare fu maledire se stesso. Perché mai aveva intrapreso quella merda di avventura? Per una donnaccia del cazzo, ovviamente! Ad ogni modo, giudicando l'andazzo, non sarebbe durata ancora tanto, la traversata, e, in qualsiasi modo finisse quel viaggio, sarebbe stato di certo anche l'ultimo.
    K piroettò su se stesso. La nave versava in pessime condizioni e probabilmente non avrebbe retto ad un secondo attacco del mostro.
    Così come la vecchia bagnarola, anche l'equipaggio sembrava già allo sbaraglio, arreso all'infausto destino. Chi correva a destra e manca, fuori controllo; chi pregava, o nascosto in un angolo sottocoperta o ben saldo ad una sartia sulla tolda; chi disperso in mare. Nessuno sembrava propenso ad aiutare lo sciamano. Che branco di inetti!
    La proboscide del mostro marino salì nuovamente in aria, oltrepassando persino la cima dell'albero maestro. E poi con un impeto e un sonoro mugghio di guerra, la creatura abbatté la propria estremità contro la tolda della nave, dritta in testa allo sciamano.
    K, ahimé, non possedeva riflessi felini e, oltretutto, gran parte delle proprie energie le aveva consumate nel richiamare Barone Samedi. Non sarebbe quindi mai riuscito a difendere la nave né, purtroppo, se stesso. Se ci avesse provato avrebbe sicuramente perso i sensi per lo sforzo e allora sì che sarebbe stata davvero la fine! Tutto ciò che riuscì a fare fu prepararsi all'impatto, proteggendosi alla bell'e meglio.
    La collisione fu devastante. K percepì il peso della proboscide frustare il suo corpo. Udì un CRACK raggelante e il tonfo della sua nuca che sbatteva duramente contro le assi di legno. Poi il buio e uno squillante fischio dentro le sue orecchie. Infine arrivò il dolore. Con esso giunsero la nausea, il sangue e il freddo, a tenerlo cosciente. Senza di essi sarebbe probabilmente svenuto.
    Era da troppi anni che lo sciamano non percepiva la sofferenza e, come ogni uomo sano di mente, pregò per allontanarla da sé il più velocemente possibile. Avrebbe potuto dar sollievo al proprio dolore richiamando Papa Guede e invocando le sue cure, ma non avrebbe avuto senso farlo. Non ancora. Prima avrebbe dovuto uccidere la creatura.
    Raccogliendo le ultime forze rimastegli tentò di alzarsi da terra per portare a termine l'ingrato compito. E allora una nuova fitta di dolore lo travolse. Doveva essersi rotto qualche costa. Ruotò pertanto sul fianco opposto, afferrando il bastone con la mancina e facendosi leva su di esso si sollevò infine da terra.
    Non aveva idea di quanto tempo fosse trascorso dall'attacco del mostro marino né riusciva a farsi un'idea precisa di cosa stesse accadendo attorno a lui. I suoi occhi catturavano solo ombre confuse nel buio della notte che era ormai calata.
    Ruotò su se stesso una volta e poi ancora. Alla fine, nonostante la confusione nella propria testa, riuscì a distinguere l'inconfondibile ammasso di alghe del cazzo. E allora fu lesto. Sbatté il bastone contro le assi cigolanti della nave così che dalla sua cima saettarono tre sfere oscure. Rapide, zigzagarono attraverso i detriti della nave e via contro il volto della creatura, puntando dritti verso le fauci e la sua lingua biforcuta.


    Livello: 5

    Salute: [20/40] Fratture multiple al costato; contusione alla testa
    Energia: [16/40]
    Stress: [5/10]

    Competenze: Arcana 5, Percezione 3, Natura 1
    Difese: Riflessi 1, Tempra 2, Volontà 2

    Equipaggiamento:
    - Nietzsche [Arma Superiore I, Arcana +1][Armatura Superiore II, Tempra/Volontà +1/+1][Arma Curatrice I]

    Passive:
    - Angelo Custode

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    -


    Riassunto: K subisce in pieno l'offensiva (perde 20 punti salute)
    1) K utilizza azione base offensiva attraverso Artefatto: Arma Superiore I (minaccia di 5+1-1 danni su Tempra)
    2) K utilizza azione base offensiva attraverso Artefatto: Arma Superiore I (minaccia di 5+1-1 danni su Riflessi)
    3) K utilizza azione base offensiva attraverso Artefatto: Arma Superiore I (minaccia di 5+1-1 danni su Volontà)
    -1 = malus da Spese Grandi

    Edit: sostituita la prima azione



    Edited by H I G - 1/12/2022, 20:05
     
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    country roads, take me home
    parte cinque

    Il mostro marino, forte delle esperienze scorse, alza il suo gigantesco arto per difendersi dai tuoi attacchi, dando un attimo di tregua al ponte ormai quasi totalmente distrutto. La prima sfera riesce a fermarla, ma non le due successive, che scavano attraverso le alghe e attaccano la sua mente distruggendolo. Resta in vita ancora qualche lungo istante, durante i quali strepita per l'enorme dolore - le grida bestiali si sentono anche a decine di chilometri di distanza. A finirlo, puntuale come un rintocco di orologio, è la maledizione del barone Samedi, che ne marcisce le interiore uccidendolo. Chissà se K. è in grado di vedere, vestito di tutto punto e armato dalla sua iconica falce, lo spirito della Morte portar via l'animo di quella creatura; se può scrutare, sotto il cappuccio nero, in quei suoi occhi rossi e terribili. La verità è che i mostri, nella loro natura omicida e perversa, sono innocenti - quel che fanno lo fanno perché devono, non perché vogliono. Così, qualora un paradiso esista davvero, è lì che ritroverai quell'ammasso selvaggio di alghe. La creatura dei fondali affonda ritornando negli abissi da cui proviene, fortunatamente senza recare ulteriori danni ad una nave già a pezzi. Al termine dello scontro i membri dell'equipaggio sono ancora tutti vivi e vegeti, dei passeggeri invece vi sono sei morti e tre dispersi - comunque meno di quanto uno poteva immaginare.

    Il timoniere, l'unico sopraccoperta, una volta assicuratosi che non vi fossero altri pericoli, lo senti che urla di gioia; voltandoti in sua direzione lo riusciresti persino a vedere saltare e ballare e festeggiare il fatto di essere ancora in vita, perché sopravvivere ad attacchi del genere è una cosa che accade assai di rado. Le persone a bordo, quelle che non sono rimaste uccise e che non si sono gettate nell'oceano, e l'equipaggio celebrano la tua vittoria: si avvicinano a te e ti circondano, ti ringraziano di averli salvati e, i più ricchi tra loro, ti porgono solidi e gioielli preziosi, promettendoti un cospicuo stipendio in cambio dei tuoi servigi. La scomparsa di quanti fino a quel momento erano loro compagni di viaggio sembra non toccarli nemmeno. Cercano di convincerti in ogni modo, colpiti nel profondo dal tuo coraggio e dalla tua forza.

    Improvvisamente, la sensazione di calore che hai avvertito fin da quando hai incontrato Cassandra cresce di intensità, come un paio di braccia morbide e calde che s'avvinghiano intorno al tuo corpo e lo stringono con la dolcezza che soltanto un amante sa offrire. « Ahhh~! » un mugolio di piacere si spande per quanto resta del vascello, accarezzando le orecchie dei presenti. La Scion della Lussuria riemerge dalla cabina in cui stava riposando e torna sulla tolda con un'espressione di sollievo sul viso, come se fosse rinata in quel breve frangente di tempo: fa parte della sua stessa identità, stare meglio ogni volta che tocca l'apice del piacere. Tutti coloro che sono là presenti si perdono a guardarla: ha lasciato i suoi vestiti sottocoperta, e capita estremamente di rado vedere la donna dei propri sogni nuda di fronte a sé. « Ops, che sbadata! » dice con tono civettuolo. « Le voci non erano infondate » ti guarda dall'alto in basso, si sfiora il mento facendo attenzione a che il braccio non nasconda i suoi seni « Ci hai messo un po' troppo mio caro, ma almeno ho avuto il tempo di concludere ciò che iniziato ». Schiocca le dita e abiti succinti di raso rosso, stretti sui fianchi e le cosce e con uno scollo profondo, appaiono a vestirla: « Non siamo ancora affondati vedo » continua, « Bene, allora fate ciò per cui siete pagati e portateci a Shenavan: andiamo di fretta » stavolta rivolgendosi al capitano. Dopodiché ti si avvicina e poggia una mano sul tuo costato frantumato, una luce di un acceso colore rosso ti avvolge e una sensazione di conforto precede la guarigione delle tue ferite. « Non abbiamo nemmeno iniziato, non puoi certo andare fuori gioco così facilmente » conclude, quindi va a verificare quale effettivamente sia l'entità dei danni. Hai un attimo di pace, goditi la vittoria.

    Le acque sono calme e il Sole è alto nel cielo, non sembra ci saranno altri ostacoli. Hai abbastanza tempo per recuperare le forze. Alcuni uomini sono impegnati a riparare come meglio possono la nave, mentre gli altri passeggeri sono sul ponte a godersi la calma dopo la tempesta, grati d'essere ancora vivi. Cassandra invece è tornata sottocoperta, non c'è niente che la interessa sul ponte adesso come adesso. Tra otto ore il porto della capitale del Rohs Sirrah, Shenavan comparirà all'orizzonte.
    MOSTRO MARINO:
    Salute: 0 (12-5-5-2)
    Energia: 10 (14-4)

    RTV: 3/3/0
    Competenze: Atletica 4, Percezione 4.
    Effetti di stato: Spossato I, Avvelenato I.

    Equipaggiamento:
    - Tentacoli (equipaggiamento offensivo semplice).

    Abilità passive:
    - Possente: +8 pt. salute.

    Abilità attiva:
    - difesa di alga: abilità difensiva; consumo medio; scala su tempra; costo: 4; effetto: 6 (7-1).
    -1: malus da spese grandi.

    Riassunto:
    1. Il mostro si difende dal primo attacco, subisce gli altri due.
    2. Il mostro decede.

    Note:
    Il mostro è morto, l'hai ucciso malissimo. Puoi approfittare del resto del viaggio per interagire con Cassandra o altri dei png presenti a bordo, oppure descrivere l'arrivo al porto di Shenevan. Cass guarisce le tue ferite e col riposo recuperi le energie, lo stesso discorso non vale per lo stress che resta a 5/10.


    Edited by .artificial - 21/4/2023, 11:23
     
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    K giocherellava con una piccola perla luminosa. Un anonimo buono a nulla tra i tanti altri su quella nave gliel'aveva generosamente donata per i suoi eroici servigi: aver salvato i loro culi pelosi dai tentacoli algosi del mostro marino.
    Sulla tolda, i sopravvissuti danzavano a festa, bevendo e rumoreggiando come non mai, eppure gli occhi di K continuavano a fissare la porta della cabina di Cassandra, chiusa oramai da un pezzo. Conservavano un misto di desiderio e ardore, sì, ma anche, e soprattutto, una curiosità particolare. Quasi morbosa.
    « Quando la guardi, che cosa vedi? »
    « Nient'altro che una donna » Fu la risposta semplice e diretta dell'oscuro interlocutore. I suoi interessi erano ben altri, dopotutto. Al Barone Samedì non fregava niente di tette, cosce e culi. Oltretutto non si poteva certo affermare che possedesse posti, dentro di sé, dove evocare piacevoli ricordi di profumi indimenticabili o dove conservare memorie di dolci sussurri rassicuranti.
    « L'hai fatto per lei? » La voce sembrava provenire da un luogo tanto distante da apparire come un freddo rimbombo cavernoso. Ed era soprattutto per questo che K trovava oltremodo comico quel suo costante, ma goffo, tentativo di comprendere le ragioni e le emozioni che governavano gli esseri umani, creature diametralmente opposte. O forse no.
    K sorrise, voltandosi verso lo spirito del Voodoo. « Per me, come sempre »
    Non è facile da spiegare ma, vedete, Cassandra, tutto sommato, non era speciale. Ricordava una bistecca di manzo al sangue. Dannatamente invitante, senz'ombra di dubbio, ma rovinosamente vuota una volta consumata. Vuota. Perché tale è il prezzo da pagare per le passioni. Quel senso di profonda repulsione al termine del piacere, quando tutto ciò che ti rimane non è che la voglia di un goccio e la necessità di allontanarti. E in bocca quell'acre sapore di niente, che ti sconfigge, ti rapina. Ti toglie di dosso ogni aspirazione, ogni fantasticheria. E tutto diventa irrilevante. Se questo è ciò che si ottiene sulla cima del massimo compimento allora che senso ha affannarsi tanto?
    « Nessun senso »

    Lasciò cadere la piccola perla luminosa oltre il bordo del parapetto. Il gioiello sprofondò nell'acqua, perdendosi tra i flutti assieme agli altri doni.
    K ruotò sui tacchi, avviandosi sottocoperta.
    Barone Samedì lo seguì con lo sguardo, due fosse tenebrose prive di occhi. « Sensi di colpa? »
    Già! Che strani esseri, gli umani, che compiono azioni ferendo gli altri, finendo per ferirsi a loro volta. Per poi perdersi, finanche vendere le loro anime, pur di lasciar sprofondare nell'oceano i loro sensi di colpa. Ma, ahimè, mai sufficientemente sconfinato tale abisso da riuscire a guarire del tutto queste loro ferite. Rimangono per sempre, in una certa misura.
    Lo sciamano diede un'ultima, rapida occhiata alla ciurma. Quella gente lo stava tutt'ora festeggiando, brindando al suo nome nella luce dorata dell'alba nascente, ignari della condanna alla quale K li aveva, indissolubilmente, legati. Perché sì, purtroppo tutti loro erano stati maledetti. Non si può sperare di evocare uno spirito maligno senza aspettarsi il peggio. Quando il Barone era comparso sulla nave, il destino dei presenti era stato dirottato irreparabilmente. Chiunque, nessuna eccezione. Chi tra giorni, chi tra mesi, chi, più fortunato, tra anni. Prima o poi le loro anime sarebbero state reclamate da Samedì. E allora non ci sarebbe stato paradiso, per loro, né lo scorcio o la speranza di un buio e silenzioso riposo eterno.
    K si strinse nelle spalle.

    ~


    Un membro dell'equipaggio lo trovò sepolto sotto due strati di coperte, in un cantuccio appartato, immerso tra il sartiame. Lo scosse.
    K si svegliò di soprassalto, imprecando contro il malcapitato che, in fin dei conti, un po' se l'era meritata. Lo sciamano stava sognando di uno spaventoso mostro con decine di teste serpentesche, tutte identiche, dalle stesse fattezze di Cassandra. O meglio, di Rose.
    Quel pigrone di un uomo avrebbe dato qualsiasi cosa per crollare di nuovo tra le tenere braccia di Morfeo ma il sole era già alto nel cielo e l'imbarcazione pareva essere finalmente approdata. E questo poteva significare una cosa soltanto: rotture di palle in arrivo.
    Lo sciamano si alzò a fatica, districandosi tra dolori alle ginocchia e fastidi a tutte le altre giunture. Si stiracchiò la schiena, si grattò il sedere e raccolse la bottiglia di bourbon, come ogni altro suo consueto risveglio. Alla fine, dopo diversi minuti di pausa meditativa, o 'stordimento mattutino' per meglio dire, si trascinò con enorme sforzo su per le scale, fin sulla tolda.
    Ad accoglierlo la schiaffeggiante luce di un sole accecante, l'inopportuno respiro di una rigida brezza e i contorni spioventi di edifici maestosi torno torno. Pessimi presagi di una merdosa giornata impegnativa alle porte.
    Lo sciamano scese dalla nave, mulinando ingiurie a denti stretti. Seguì la folla in direzione del centro della città, alla ricerca di quella maledettissima rottura di palle altrimenti nota col nome di Cassandra.


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    Competenze: Arcana 5, Percezione 3, Natura 1
    Difese: Riflessi 1, Tempra 2, Volontà 2

    Equipaggiamento:
    - Nietzsche [Arma Superiore I, Arcana +1][Armatura Superiore II, Tempra/Volontà +1/+1][Arma Curatrice I]

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    country roads, take me home
    parte sei

    Shenavan, la capitale del Rohs Sirrah, troneggia sulla vasta isola di Chertan. Non appena scendi a terra, Cassandra si avvicina a te e poggia la mano sul tuo petto, con uno sguardo ti invita a seguirla. Non ti è difficile starle dietro, nonostante di tanto in tanto svanisca nella folla, ché la sua presenza - il suo calore - la riesci ad avvertire anche a decine di metri di distanza. Ti guida attraverso il pontile e per le vie della città, passando per vicoli e traversine dove la luce del Sole non arriva neanche, come se la conoscesse quanto il palmo della sua mano. È già stata qui, ti pare piuttosto evidente.
    La prima tra le sorelle è adornata da antichi palazzi elfici di recente restaurazione, tanto slanciati che la maggior parte delle residenze delle famiglie patrizie di sangue antico somigliano a una collezione di torri vertiginose; la città ha una pianta radiale regolare e la gran parte degli edifici residenziali consistono in piccole strutture variopinte in mattone a un piano soltanto. Le persone che incontri sono tutte diverse, e alcuni di loro potresti giurare di averli visti prima che tu ti ritirassi a vita eremitica. Spiriti liberi dal Nord e dall'Ovest che mal sopportano le grandi monarchie e soprattutto rifugiati politici, oltre che cercatori di fortuna e di tesori, hanno qui trovato un posto in cui vivere. I salotti ed i teatri sono la culla di ideologie politiche liberali che le grandi potenze del continente ritengono pericolose, oltre che di una satira feroce nei confronti dei potenti dell'atlante - e tu puoi sentire quei discorsi che fomentano la libertà ed irridono coloro che detengono il potere ogni qualvolta sei di fianco ai palazzi maggiormente frequentati.
    Dopo una decina di minuti tu e Cassandra giungete alla dimora del committente, il conte galzani felino Henry Sintra: un gigantesco edificio sito al centro della capitale, preceduto da enormi giardini nei quali si possono vedere fiori e arbusti di ogni genere e specie. Intorno l'edificio vi sono numerose guardie, sulle cui armature è ritratto lo stemma della repubblica e quello della famiglia dei Sintra - un gatto nero su una fiamma gialla. Si tratta di una stirpe di mercanti molto importante, che solo qualche mese prima ha sponsorizzato la competizione culinaria di Shenavan, uno dei più grandi eventi della repubblica.
    « È lì fuori ad attenderci » ti dice la tua accompagnatrice, indicando un galzani da un folto pelo di colore nero attraversato in vari punti da strisce di colore bianco, con un paio di occhialetti sul naso e degli abiti che persino tu riconosci essere di fattura assai pregiata. Vi aspetta vicino alle porte di ingresso in vetro, oltre le quali riesci ad intravedere un primo androne, il marmo bianco del pavimento e parti del mobilio.
    « Buongiorno signora » saluta Cassandra, « Vi stavo aspettando »; si rivolge poi a te, « Tu saresti? ».

    Si procede con l'avventura.
    Ti aspetto in supporto per accordarci coi dialoghi e il proseguimento.


    Edited by .flow - 31/12/2022, 13:23
     
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    « K » Rispose lo sciamano al termine di un aperto e maleducato sbadiglio.
    Alla faccia di tutta la ricchezza di quello scortese d'un galzani: di una sua fottutissima carrozza, nemmeno l'ombra. No no, Cassandra e K avevano dovuto farsi tutta la strada a piedi, viuzza dopo viuzza, solcando il mare di gente che popolava la capitale. Persone a destra e a manca. Odori di ogni genere, tra i più disgustosi. E quel vociare continuo e rintronante nelle orecchie. Discorsi noiosi su politica e altre stupidaggini simili. Rimbambimenti vari che a nessun uomo sano di mente fregherebbero davvero qualcosa.
    Sorbirsi una passeggiata nel cuore di Shenavan dopo una faticosissima traversata per nave sarebbe stato sufficiente a far imprecare anche il più devoto degli uomini di fede. Ah e non dimentichiamoci del divertentissimo scontro col mostro marino che aveva coinvolto lo sciamano in prima persona, mentre il coraggiosissimo equipaggio se n'era rimasto con le mani in tasca sottocoperta. Grazie di cuore, conte Sinatra!
    Ma tralasciando tutto questo, che sarebbe di per sé sufficiente per arrogarsi il diritto di mandare tutti a fare in culo e maledirli di una morte gonorroica, non era oltremodo ammissibile una tale accoglienza! Persino uno sciatto buono a nulla come K conosceva le basi delle buone maniere: far accomodare gli ospiti, servire loro un pasto caldo e, perché no, anche un abbondante bicchiere di whiskey di qualità.
    Perciò fu con manifesto fervore che lo sciamano comunicò la propria rabbia e insofferenza, mulinando il bastone a mezz'aria come per dire: Ma non è ovvio?
    « Sono lo stregone che avete richiesto! »
    « Perché non gli mostri cosa sai fare? » Lo incalzò Cassandra « Non vedi che dubita di te? » Gli sussurrò dolcemente all'orecchio.
    « Ascoltatemi bene! » Sbottò allora K, puntando un dito prima verso la donna prosperosa e poi verso il galzani « Siete stati voi a venire da me, non io da voi! »
    Durante la breve pausa che seguì, lo sciamano sentì il sangue ribollirgli nelle vene eppure il suo volto mantenne una parvenza di elegante calma. Ricordatevi che K era un tipo che non cercava discussioni, nemmeno quando era arrabbiato. Riusciva sempre a contenere le proprie emozioni.
    « Ho dovuto proteggere da solo la vostra amica qui, Cassandra, dall'attacco di una cazzo di creatura marina » Disse, tutto d'un fiato « Quello che mi sarei aspettato una volta giunto a destinazione era quantomeno una degna accoglienza e invece vengo tenuto fuori dalla porta, come un malvivente, perché dubitate dei miei poteri. Inamissibile! » Batté il bastone contro il pavimento con troppo vigore. Una raffica di scintille tenebrose risalì lungo il suo perimetro di legno, perdendosi poi nell'aria in pochi istanti.
    « Ho fame e tanto sonno! » Proseguì lo sciamano, senza lasciar spazio ad obiezioni « Vi conviene farmi finire quello che sono stato chiamato a fare prima che mi rompa definitivamente le palle e me ne torni a casa! »
    Ecco la dimostrazione di cosa K sapeva fare.
    La tensione tra i personaggi non si rasserenò, anzi il clima divenne ancora più tempestoso. Ma, quantomeno, le parole dello sciamano erano riuscite nel loro intento: K fu fatto entrare nella magione assieme alla sua compagna di viaggio. E seppur di un banchetto di benvenuto nemmeno l'ombra almeno i due ospiti del conte vennero accompagnati di gran lena verso la camera del figlio. Così che quella maledetta avventura potesse terminare il prima possibile.
    Attraversando i corridoi era improbabile non notare la sfarzosità della villa. E sebbene della ricchezza si potesse fare anche a meno quando in possesso di arti magiche straordinarie, era anche vero che una tale quantità avrebbe esaudito qualsiasi bramosia. Persino l'implausibile desiderio di un banale sciamano?

    « Prima di cominciare mi pare opportuno dirti che la sola ragione per cui sei entrato in casa mia è che la signora Cassandra è garante della tue abilità » Parlò il conte, una volta arrivati a destinazione « Tuttavia se dopo la tua infelice dimostrazione non riuscirai a fare ciò per cui sei venuto, giuro che ti farò patire le pene dell’Inferno. Dietro questa porta c'è mio figlio: è stato maledetto - lo hanno confermato altri stregoni prima, ma nessuno è riuscito a far niente per salvarlo. Avete qualcosa da domandarmi, prima di entrare? »
    K non diede importanza alle parole del conte, oltremodo provocatorie e fuori luogo. Nessun uomo saggio minaccerebbe apertamente uno stregone sconosciuto. Non era dunque con la furbizia che Henry Sinatra aveva costruito la propria fortuna.
    « Vorrei conoscere la storia di vostro figlio » Gli occhi di K continuavano a studiare il corridoio, alla ricerca di potenziali segni di maledizioni o tracce di spiriti maligni.
    « Come si chiama, che cosa fa, chi frequenta abitualmente, se è un ragazzo tanto amato o tanto odiato e se avete idea di chi possa averlo maledetto »


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    Note: Ti chiedo perdono per il ritardo


     
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    country roads, take me home
    parte sette

    Un sospiro profondo - Cassandra era consapevole tu fossi una persona scorbutica, tuttavia non può che restare un po' delusa dalla tua reazione. Da un lato perché è una donna vanitosa, che adora mettere in mostra sé stessa e i propri giocattoli; dall'altro perché sperava tu non pensassi che lei avesse davvero bisogno del tuo aiuto. Discendente della lussuria, il più grande tra i peccati capitali, come puoi credere che qualcuno dovesse proteggerla? Espressione di pura potenza, sono poche le cose che rappresentano un pericolo per la sua esistenza - e un mucchietto di alghe non è certamente tra queste. Il conte Sintra invece lo hai irritato parecchio, non è abituato a ché qualcuno gli risponda in modo simile. Se non teme di minacciarti è perché la sua è una delle famiglie più ricche del Rohs e, per arrivare a questo risultato, ha inevitabilmente fatto e ricevuto favori d'ogni tipo e per e da persone potenti, costruendo una rete di contatti così tanto intricata che le sue parole possiedono un grande peso. Be', se fosse stato altrimenti non avrebbe mai potuto sperare di poter incontrare personalmente la matrona della Rosa in Fiore.

    « Micheal » comincia a dirti, e i suoi occhi si riempiono di orgoglio pensando a lui « è un bravo ragazzo, tutti in famiglia gli vogliono bene e ha tanti amici. È intelligente, tanto intelligente, sono sicuro che farà cose grandi in futuro ». Poi gli si corruga la fronte e, quasi inconsapevolmente, piega la bocca e mostra i suoi denti di bestia, le vibrisse si raddrizzano: « Non so chi sia stato, ma gliela farò pagare ». Sembra sincero, eppure c'è qualcosa che non ti torna: magari è soltanto una tua sensazione, chi può dirlo. Nel corridoio siete voi tre soltanto, ai domestici per il momento è stato ordinato di stare lontani - le ragioni del perché sia stato impartito sono evidenti. Le candele nei candelabri fissati alle pareti, tinte di bianco pallido, illuminano in maniera tetra la scena contribuendo a rendere il tutto più spaventoso. Non che ad Henry o a Cass importi qualcosa: il primo impegnato a pensare ad altro, la seconda fin troppo abituata a situazioni del genere. Il conte apre la porta dietro lui, e si fa spazio la luce del fuoco di un camino.
    Ti invita dunque ad entrare: la stanza è riccamente allestita, come il resto della magione, e il ragazzino - apparentemente tredicenne - riposa su di un gigantesco letto sotto pesanti coperte. Somiglia molto al padre, al punto che pare quasi sia una sua versione in miniatura. Ci sono altre svariate lanterne, e un paio di quadri di grandi dimensioni li ritraggono insieme, sorridenti. La loro relazione è buona, o questa è quantomeno l'impressione. Se ti avvicini e gli sfiori il volto puoi avvertire che è freddo, come se il suo sangue avesse smesso di scorrere da tempo, eppure respira ancora e se qualcuno lo nutre è in grado persino di ingurgitare cibo e bere. Non è affatto morto, tuttavia non lo si può nemmeno definire vivo.
    Una mano va a stringere quella di Micheal sotto l'ammasso di lenzuola e trapunte; Henry si inginocchia ai piedi del letto e con uno sguardo triste osserva la persona che più ama costretto in stato catatonico.
    La Scion invece decide di restare fuori la camera, ché non vuole interromperti mentre stai lavorando.
    Perdonami il ritardo, eccomi qua.
    Il conte ti ha detto la verità, ma qualcosa non ti torna: puoi decidere di svolgere una prova, o semplicemente di fargli altre domande. Per quanto riguarda suo figlio Micheal invece, egli pare essere in coma e pare si tratti di una maledizione. Per scoprire qualcosa di più, devi affrontare una prova di abilità di arcana 7-8-9.


    Edited by .artificial - 21/4/2023, 11:20
     
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    Che Henry nascondesse qualcosa era più ovvio che mai. Peccato che la fonte dei poteri della maledizione avesse concesso a K l'abilità di comunicare con gli spiriti anziché quella di leggere nella mente delle persone. Nemmeno in quelle più stupide. Sarebbe stato di gran lunga più semplice risolvere la faccenda di Michael avendo a disposizione tutti i dettagli. Anche e soprattutto quelli che Henry preferiva tenere nascosti per qualche strana ragione.

    Con un profondo sospiro K si avvicinò al letto, rassegnato. Che rotture di palle le persone che consideravano gli sciamani dei santi in grado di risolvere qualsiasi situazione schioccando magicamente le dita. Mica erano divinità!
    K allontanò Henry dal letto in modo brusco. Non c'era tempo per le sdolcinatezze tra padre e figlio. Poi, con un gesto ampio e scomposto del braccio scoprì le lenzuola. In questo modo avrebbe potuto esaminare ogni angolo del corpo di Michael da vicino.

    Il fisico era ancora in buono stato: muscoli tonici, cumuli di grasso qua e là seppur non abbondanti, e la quantità e la qualità di peluria che ci si aspetta di osservare sul corpo di un galzani tuttora in vita.
    K allungò un dito verso il ventre scoperto della creatura. Alle sue spalle percepì un digrignare di denti e la contrazione spasmodica della mascella di Henry Sintra. Non doveva essere piacevole per un padre vedere un estraneo allungare le mani sul proprio figlio. K proseguì comunque l'indagine, imperturbabile e senza perdersi in troppi inutili riguardi. Quanto prima finiva e meglio era per tutti. Passò la punta dell'indice lungo la parte centrale dell'addome del ragazzo, solleticandolo il più lievemente possibile attorno all'ombelico. La pancia si contrasse in uno spasmo repentino, un perfetto e salutare riflesso addominale: l'ospite non era nel corpo periferico.
    Lo sciamano afferrò allora la gamba di Michael e ripeté la stessa manovra solleticando stavolta la superficie centrale della pianta del piede. Non accadde niente. K tentò ancora tre volte di evocare il riflesso plantare ma non successe alcunché.

    « Trovato! » Proruppe sorridendo.
    « È nella sua testa »

    Ignorando i grugniti d'incomprensione del conte Sintra, lo sciamano proseguì col suo intervento. Scivolò giù dal letto e appoggiò il palmo della mano sulla fronte fredda del ragazzo. Lo fece con fare gentile e delicato e per un momento, un breve istante, si poté intercettare un lampo di tristezza nei suoi occhi. Come se, alla fin fine, nonostante il suo pessimo carattere menefreghista lo sciamano avesse sviluppato un qualche sentimento di empatico dispiacere per le condizioni del giovane galzani.
    K si riscosse però in fretta. E senza tergiversare più di tanto, batté il bastone a terra in un paio di rapidi colpi per poi sventolarlo in aria disegnando cerchi a destra e manca. Vi aspettavate forse un rituale più teatrale e pomposo? Mi dispiace deludervi ma vedete, forse ho esagerato quando ho detto che K è un potente stregone. Voglio dire, in realtà non ha mai studiato presso alcuna accademia. Non ha mai perfezionato le arti arcane praticando stregonerie assieme ad anziani maestri. Il potere di K derivava esclusivamente da Nietzsche. Nient'altro. Tant'è che lo stesso sciamano soccombeva al bastone, non aveva il totale controllo su di esso.
    Difatti quella volta accadde qualcosa di imprevisto. K ebbe a malapena il tempo di voltarsi verso il conte Sintra che si sentì tirar via dalla realtà. Percepì il proprio corpo venir catapultato in un'altra dimensione. Perse l'equilibrio, piroettò su se stesso e alla fine rovinò a terra.

    Quando si rialzò capì immediatamente cos'era successo.
    Non si trovava più nella camera di Michael. O quantomeno non si trovava più nella camera di Michael così come l'aveva vista fino a qualche istante prima. La stanza era la medesima, certo, con gli stessi mobili e arredi, eppure l'atmosfera era diversa. E la luce, più soffusa e più tetra. Il mondo si era come stinto, acquistando una scenografia bianco e nera angosciante. Persino le cornici dei quadri avevano smesso di brillare. I candelabri erano spenti e il sole emanava un lume malaticcio e stanco. Ed era calato un freddo agghiacciante.
    Lo sciamano era solo, nessun altro lo aveva seguito nel viaggio inter-dimensionale. Né Henry né Cassandra né, K voltò la testa verso il letto per confermare ciò che già prevedeva, Michael. Il giaciglio era rifatto e del ragazzo nemmeno l'ombra.

    Un guaito ruppe il silenzio all'improvviso. Laddove i comuni uomini avrebbero urlato di paura, lo sciamano fece invece spallucce e si diresse con decisione incontro alla fonte del rumore. Uscì in corridoio, svoltò un angolo ed eccola: una figura esile e longilinea, con arti talmente lunghi da scivolare sul pavimento. Lo spirito lo fissò per qualche istante con l'unico occhio che possedeva.

    « Da quanto tempo che non ci vediamo! »



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    Energia: [40/40]
    Stress: [5-3 = 2/10]

    Competenze: Arcana 5, Percezione 3, Natura 1
    Difese: Riflessi 1, Tempra 2, Volontà 2

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    Riassunto: K consuma 3 unità di stress per affrontare la prova arcana a livello 8. Individua la presenza di uno spirito che possiede il giovane galzani. Attraverso un rituale sciamanico lo stregone viene catapultato in una dimensione che rappresenta l'interno della mente di Michael. Qui incontra lo spirito, una sua vecchia conoscenza...

     
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