Veh Dreyva - città sotterranea halun

Un crocevia cosparso di cadaveri era il prossimo scenario.
I corpi senza vita appartengono a varie razze distinte: molti halun, alcuni umani e qualche qytir.
Tra quelle carcasse era possibile trovare qualcosa di sinistro. Alcuni morti erano composti da elementi di più razze diverse.
Era agghiacciante osservare la testa di un qurashi su un corpo di roccia hederata.
Gwen registrò tutti con i suoi occhi cercando di individuare qualche forma di Luce - quella che solitamente raccoglieva.
Non esprimeva emozioni, come se non fosse nemmeno viva. In quel momento stava solo cercando di capire se c'era un pericolo da abbattere.

Le parole di Vinea fecero eco, decidendo di dedicare del tempo a quelle anime sfortunate. Chissà cos'era successo.
La Guardiana era assente, irraggiungibile. Pareva non esserci più nulla in quel corpo, in quel costrutto.
Il suo sguardo inseguiva il vuoto, mentre la mente combatteva per riprendere coscienza di sé.
Scosse la testa, riprendendosi, senza chiedersi cosa le fosse appena accaduto.
Forse.. era solo l'immagine di fronte a lei - senza sangue e odore - che le aveva acceso qualche ricordo di un'altra vita. O semplicemente colpita da qualche difetto che non poteva né riparare e né riconoscere. Come uno schiocco di fronte a lei, una Luce la riportò sull'attenti.

Un momento Dama Vinea.
Esclamò di fronte alla manifestazione di una fiocca luce. La indicò.
Non mancheremo di rispetto se scopriremo cos'è successo.
Gwen si avvicinò verso la luce, sempre armata dell'enorme balestra.
Preferirei non vi allontanaste da me.
Ribadì, dimostrando di avere Vinea tra le sue preoccupazioni. Quella reagì attaccandosi letteralmente al suo braccio.

Non trasparì alcuna emozione in Gwen, e il modo migliore di nascondere era non provarle affatto.
Anche avendo Dama Vinea stretta al suo braccio, non si sentì particolarmente impedita nel reggere con due mani l'enorme balestra.
Fintanto che non c'erano pericoli, non si sarebbe sentita in dovere di chiedere con cortesia un po' di spazio per avere manovre sicure.
Dama Vinea, quella luce chiama la mia attenzione.
Informò la sua compagna e ritornò a camminare verso essa cercando di analizzarla nel mentre.
Da dove poteva mai provenire?

Una luce che venne assorbita dalle pietre circostanti. La sua funzione non si limitava solo a illuminare l'ambiente attraverso quel rudimentale sistema. Poteva essere impiegato per qualcos'altro e l'eccessivo dispendio poteva suggerirle che vi l'ipotesi che qualcuno avesse compiuto qualche arcano con altri scopi e che le energie residue si fossero depositate su quelle rocce che avevano illuminato per troppo tempo la sala. Quella flebile guida scomparve, seguendo lo stesso destino.
Gwen e Vinea si lasciarono alle spalle la scia di morte. La paladina era spinta dall'eventualità che una minaccia andava fermata - o in qualche modo, isolata - per evitare che l'ingresso alle catacombe diventasse come la sala appena abbandonata.

Facciamo attenzione, Dama Vinea.
Si limitò a dire, non essendo totalmente sicura.
La visione della città sotterranea le lasciò dentro una forte sensazione di curiosità e meraviglia, ma il dovere - ben più forte di ogni distrazione - la mantenne concentrata sull'obiettivo. Proseguirono con somma accortezza.