Votes taken by vøx

  1. .

    ...

    ~Kin of Kaos


    nome:
    gabriev metzengerstein

    razza:
    umano speculare

    età:
    23 anni (85 anni)

    provenienza:
    oltre (piano degli specchi)

    affiliazioni:
    campioni del gelo

    lingue:
    atlassiano, ravdo,
    moravico

    allineamento:
    neutrale buono
    « The child from above has grown...

    Questo mondo è un sogno, dicono. E dietro un sogno c'è sempre un sognatore, e poi un altro sogno, e così via. Un susseguirsi infinito di immagini, un caleidoscopio che si sposta ovunque, in ogni direzione. Se esistesse una finitezza nell'infinito, dove sarebbe? Dove bisognerebbe cercare la ragione dietro tutte le cose, ogni risposta necessaria? Scivolando nel mondo con l'aria di chi guarda altrove, l'attenzione puntata all'orizzonte nella speranza di trovare un altro sé a cui porre ogni domanda. Un nuovo mondo da esplorare, così simile e così misterioso.
    E al suo interno, il Cuore degli Eventi.

    ...to punish every weak drop of god's blood. »


    ...

    ~Kin of Kaos


    nome:
    gabriev metzengerstein

    razza:
    umano speculare

    età:
    23 anni (85 anni)

    provenienza:
    oltre (piano degli specchi)

    affiliazioni:
    campioni del gelo

    lingue:
    atlassiano, ravdo,
    moravico

    allineamento:
    neutrale buono
    « What makes you think I'll let yo survive?

    Caduto dal cielo. Lo chiamarono così, e con qualche ragione, quando lo trovarono. Un ragazzino di tredici o quattordici anni avvolto in una mantella scura troppo grande per lui, in piedi davanti alla porta di una caserma dei Campioni, lo sguardo smarrito ma senza un briciolo di paura in corpo. Nessun indizio per risalire alla famiglia di provenienza, né lui sembrava avere un'idea chiara di chi fossero i suoi genitori. Interrogato, rispondeva di essere stato cresciuto da Rohan, una donna dai capelli rossi e dai modi gentili, nient'altro. Rohan non fu mai trovata, forse non era mai esistita. Pure, quello strano bambino dagli occhi grigi era sopravvissuto al gelo. Lo accolsero, destinandolo a divenire un Campione. Era caduto dal cielo,
    insieme a una grossa cassa di legno.
    Diceva di chiamarsi Gabriev.

    Difficile da decifrare. A volte il suo viso sembra quello di un ragazzino, altre quello di un vecchio. Dalle profonde occhiaie che gli segnano il volto ai corti capelli scuri fino al pallore della pelle, tutto offre di lui l'idea che stia per andare in frantumi da un momento all'altro. Una tale soggezione è tuttavia un inganno della vista, e il suo corpo - seppure svagato come il suo sguardo - risulta in verità discretamente allenato a sopportare i rigori del vero nord.

    Risoluto oltre ogni buonsenso. Ha accettato con più buona grazia di quanto lui stesso si sarebbe aspettato la sua condizione di abitante di Atlas, e perfino il reclutamento coatto. Ciò che risulta è la mente di un uomo disposto a insistere nelle sue convinzioni anche fino all'autodistruzione, se necessario. Questo lo rende un formidabile avversario, così come - suo malgrado - un alleato inaffidabile.

    You want a war? I'm the frontline. »


    ...

    ~Kin of Kaos


    nome:
    gabriev metzengerstein

    razza:
    umano speculare

    età:
    23 anni (85 anni)

    provenienza:
    oltre (piano degli specchi)

    affiliazioni:
    campioni del gelo

    lingue:
    atlassiano, ravdo,
    moravico

    allineamento:
    neutrale buono
    « Soon, this long cruel night will end...

    aC3nmog
    Anthea Da quando si sono conosciuti, quasi dieci anni fa, Anthea è stata di volta in volta compagna, amica, confidente, amante, sposa. Una pletora di ruoli che non ha mai disatteso, passando dall'uno all'altro con una leggerezza che non sembra di questo mondo. Infine, dopo aver messo al mondo il piccolo Yuri, si è riscoperta anche madre. Si tratta dell'unica creatura per cui Gabriev farebbe qualsiasi cosa, letteralmente.

    gNUJNmx
    Yuri Il figlio è un dono inatteso, ché Gabriev, data la sua particolare condizione, era convinto di non essere in grado di procreare. Non ha avuto granché modo di vederlo crescere, ma gli è comunque molto legato e corre a trovarlo ogni volta che i suoi doveri lo permettono. Discolo, vivace e curiosissimo, Yuri rappresenta tutta l'infanzia che a Gabriev non è mai stata concessa. Per questo è così importante tenerlo al sicuro.

    EXJX3IF
    Enoma Un altro sé. Tanto simile a Gabriev nell'aspetto quanto diverso nelle inclinazioni. Enoma è un mostro, una creatura ancestrale, antica quanto il mondo stesso. Per qualche ragione si è ritrovato trascinato su Atlas, in quella Ravdosha da cui era stato bandito, portandosi dietro anche un giovanissimo Gabriev, cambiandone la storia per sempre e rifiutando di lasciarlo andare.

    ...but not yet. »


    ...

    ~Kin of Kaos


    nome:
    gabriev metzengerstein

    razza:
    umano speculare

    età:
    23 anni (85 anni)

    provenienza:
    oltre (piano degli specchi)

    affiliazioni:
    campioni del gelo

    lingue:
    atlassiano, ravdo,
    moravico

    allineamento:
    neutrale buono
    « Legends? They die as well as other commoners...

    Quello che gli antichi studiosi chiamavano Speculum, che per gli occultisti di Navryza è Lamedh, e che nella lingua comune è noto come Piano degli Specchi, è una dimensione legata ai mondi materiali, di cui è una forma complementare e insieme una stazione di passaggio. Il contatto con questo piano, tuttavia, è cosa nefasta in sé, che modifica la realtà in maniera significativa. Per il peggio, il più delle volte.

    House of Mirrors: Sebbene lo abbiano chiamato 'Caduto dal cielo' (rebenok sverkhu in ravdo), Gabriev sa di provenire dal Piano degli Specchi, e con questi ha una particolare affinità che non si perita di risparmiare quando gli capiti di intrattenersi in un qualche combattimento, o nello svolgersi delle sue funzioni di Campione. Grazie a questa connessione, Gabriev è in grado di muoversi tra uno specchio e l'altro usandoli come fossero porte, così come di osservare un qualsiasi luogo in cui sia presente uno specchio. Può generarne anche di grosse dimensioni, e utilizzarli come superfici per proiettare immagini che la sua mente sia in grado di partorire o ricordare (nel caso dei ricordi, tuttavia, le immagini tendono a essere vaghe e imperfette o piene di dettagli sbagliati quanto più il ricordo è remoto).

    Mimicry: Un'altra peculiarità è quella di fungere esso stesso da specchio, potendo così generare delle copie speculari e identiche agli originali di pressocché qualsivoglia oggetto. Queste copie, dette 'Repliche', mantengono tutti i tratti quantitativi e qualitativi dell'originale. Una tale abilità non può applicarsi a oggetti di dimensioni mastodontiche o a esseri viventi se non con un enorme dispendio di energie. Similmente, è in grado di copiare o riflettere le tecniche avversarie.

    ...once you cut their heads off. »



    ...

    ~Kin of Kaos


    nome:
    gabriev metzengerstein

    razza:
    umano speculare

    età:
    23 anni (85 anni)

    provenienza:
    oltre (piano degli specchi)

    affiliazioni:
    campioni del gelo

    lingue:
    atlassiano, ravdo,
    moravico

    allineamento:
    neutrale buono
    « Oh noble blades, arise...

    Quella grossa cassa di legno caduta dal cielo insieme a lui non era poi inutile come voleva far credere. Al contrario, nascosta tra la paglia, conteneva un segreto, e un indizio sul passato del ragazzo che qualcuno fra i Campioni non comprese, o non volle comprendere.

    Ashek's Torment: Un frammento di specchio, maneggevole abbastanza poter essere tenuto in tasca e al contempo capaci fare da tramite per il Piano degli Specchi, lì dove Gabriev può conservare una quantità virtualmente illimitata di oggetti tenendoli al sicuro. Al contempo, una volta manipolato, questo specchio può mutare la propria forma tramutandosi in un qualsiasi oggetto o arma. Oggetto di valenza puramente scenica.

    The Relic Keeper: Il Piano degli Specchi è il luogo perfetto in cui nascondere o conservare oggetti, e tra questa pletora di ninnoli più o meno utili, più o meno interessanti, vale la pena di nominare le più formidabili armi a disposizione del Caduto dal Cielo: le Reliquie. In verità, queste sono delle mere Repliche delle reliquie conservate dai Campioni, armi leggendarie che tuttavia, anche in questa forma di copie, riescono a tener fede alla propria fama. Fintanto che Gabriev rimane in buona salute e il suo contatto con il Piano non viene meno, le repliche possono agire a pieno potenziale. Questo particolare, insieme alla sua propensione distruggere nello specifico gli Aberranti, gli è valso un nuovo soprannome tra i Campioni: l'Intoccabile Flagello di Elshara.

    ...and rend asunder even indistructible evil. »


    ...

    ~Kin of Kaos


    nome:
    gabriev metzengerstein

    razza:
    umano speculare

    età:
    23 anni (85 anni)

    provenienza:
    oltre (piano degli specchi)

    affiliazioni:
    campioni del gelo

    lingue:
    atlassiano, ravdo,
    moravico

    allineamento:
    neutrale buono
    « Imagination and memories are but one thing...

    He'll catch him not a second time - Cadere dal cielo.



















    ...which for diverse considerations have diverse names. »


    ...

    ~Kin of Kaos


    nome:
    gabriev metzengerstein

    razza:
    umano speculare

    età:
    23 anni (85 anni)

    provenienza:
    oltre (piano degli specchi)

    affiliazioni:
    campioni del gelo

    lingue:
    atlassiano, ravdo,
    moravico

    allineamento:
    neutrale buono
    « Not all those who wander are lost...

    Statistiche Livello 16 | Revisione
    Salute 40 Energia 84 Stress 12 | Riflessi 6 Tempra 5 Volontà 5
    Rango VI Notorietà XII Influenza VII
    Legami Legame Straordinario (5), Devastante (Anthea, PnG).

    Competenze [27/26]
    Atletica V Arcana VII Percezione VI Società V
    Specializzazioni [Arcana] Viaggiare attraverso gli specchi, Copia di oggetti, artefatti e esseri senzienti. [Percezione] Visione attraverso gli specchi. [Società] Abitudini degli Aberranti.

    Artefatti [11/11]
    Repliche Riflessi (A), Tempra (D), Arma Superiore III (6), Attrezzi Superiori del Mestiere I (Arcana) (2), Ammazzacreature III (Aberranti) (3).
    Ashek's Torment Riflessi (A), Riflessi (D), Equipaggiamento Semplice (0).

    Abilità [24/10]
    Passive Picco (A) III (5), Ultimo Respiro II (4), Forte IV (6), Colpo di Genio (1), Saggio (1) utilizza Arcana per le prove di Sopravvivere, Geografia, Seguire e Coprire Tracce.

    Offensiva, Arcana su Riflessi. Basso. Mod: Esaltante II, Impreciso. Costo 9
    Offensiva, Arcana su Tempra. Alto. Mod: Vampirico (S), Benedetto: Rinvigorito (S). Costo 32
    Offensiva, Arcana su Tempra. Medio. Mod: Dormiente, Ammazza-Abberranti III. Costo 17/23
    Offensiva, Arcana su Riflessi. Critico. Mod: Tecnico II, Semplice. Costo 34
    Difensiva, Riflessi. Medio. Mod: Versatile (D) II, Variabile I (Basso). Costo 12/20
    Difensiva, Riflessi. Alto. Mod: Versatile (D) II, Anti-Arcana. Costo 29
    Difensiva, Riflessi. Critico. Versatile (D) II, Anti-Arcana. Costo 37

    ...some become my breakfast. »



    vox & Atlante Nero GdR © 2024
  2. .
    E sto a guardare Avurje per vedere che cristo gli succede come finisce in quella statua, se scompare o se la statua gli fa qualcosa insomma.
    E poi boh direi che sto pronto a intervenire se ci capisco qualcos.
  3. .


    La figura dell'uomo si staglia contro la grande finestra verticale, la sua mano scosta le tende di broccato con il gesto abile di chi è abituato a preparare un palcoscenico per ogni occasione, con semplicità e perizia nonostante la zoppia che lo costringe al beccheggio nell'incedere. Getta lo sguardo oltre i tendaggi e dalla finestra di quello spoglio ufficio nascosto nella seconda torre della Terza Punta dardeggia i propri occhi grigi sullo scenario che gli si spalanca davanti - sempre lo stesso, e tuttavia sempre così affascinante.
    All'alba, la Stella Nera finge di svegliarsi e tornare alla vita, quando in realtà sono stati in molti a non dormire - in quella come in tante altre notti. Gli occhi del Culto devono essere bene aperti, per sorvegliare, per proteggere e - qualche volta - per punire.
    Esiste il potere per creare, quello per distruggere, e quello per preservare - diceva sempre il suo povero fratello. Scegliere quale utilizzare e in che occasione era una prerogativa del Culto e di coloro che, lui compreso, indegnamente ne rappresentavano l'adunca mano. Gli Inquisitori, si sa, sono una brutta razza con cui avere a che fare.
    L'uomo abbandona la finestra, raggiunge uno scrittoio ingombro di scartafacci disposti secondo quello che si potrebbe bonariamente definire un ordine assai opinabile. Preso posto sulla sua poltrona, si toglie il cappello scuro dal capo, si stringe la mantella borgogna addosso rabbrividendo, e dà inizio al suo mattutino rituale, che si compone di tre atti principali.
    Il primo è poggiare il cappello alla sua destra, la punta rivolta verso la porta; il secondo è cominciare a sfilare gli anelli dalle dita, ordinandoli sullo scrittoio in una crescendo che va dal meno al più pregiato di essi; infine, accarezza la stoffa del proprio indumento, socchiude gli occhi e allunga una mano pallida e nodosa, pescando a caso un brogliaccio fra i molti che occupano lo spazio davanti a sé, ognuno dei quali ha un nome scritto a stampatello sul primo foglio, in bella vista.
    Il rituale è completo - pensa soddisfatto, mentre si coccola sulle gambe il fardello di fogli come fosse il suo primo nipotino. Ne accarezza i lembi, lascia che le sue dita ossute si perdano negli spazi tra un foglio e l'altro. Apre gli occhi, leggendo ad alta voce il nome sul fascicolo:
    - Alraunee. Molto bene.
    L'uomo sorride, è contento di potersi mettere a lavoro. Per la maggior gloria del Culto, ma soprattutto per la propria soddisfazione. Perché non c'è cosa che lo intrattenga di più e più piacevolmente dell'infliggere un brutto quarto d'ora a qualcuno che sente di essere al sicuro.
    Il suo nome è L'Renouille Nai Ejiner, ma lì alla Stella Nera è diventato Obsidian.
    Obsidian Inquisitore Orogeno.
    E a breve avrà un incontro singolare.

    ~



    Bussano alla porta. Una bussata leggera, rispettosa.
    Obsidian annuisce, concede il permesso di entrare. La porta si apre, rivelando il volto anonimo di un accolito, uno dei tanti con compiti di servizio. Tutto ciò che ottiene in risposta è uno sguardo inquisitorio.
    - Sono arrivati, mio signore.
    Obsidian segretamente si compiace di tale artefatta deferenza; non rispettano lui, né nutrono per la sua persona alcuna stima, probabilmente. La verità è che temono l'effigie sulla sua mantella assai più di quanto non rispettino la mantella stessa. La cappa dei membri del Culto è cosa comune, alla Stella Nera; quella borgogna con lo stemma del loro patrono è un discorso a parte. Nessuno è al sicuro dall'Inquisizione, nemmeno gli inquisitori.
    Di nuovo, Obsidian annuisce, subito si mette a lavoro per preparare gli ultimi dettagli del suo palcoscenico.
    - Falli entrare.
    Si va in scena.

    ~



    Quando i due entrano, il piccolo ufficio a pianta rettangolare - quasi una cella, a dirla tutta - è tagliato diagonalmente da una lancia di luce che entra dalla vetrata orientale e va spegnersi sulla parete opposta, rompendosi contro una sedia di legno a cui sono ancorate delle catene; al di sotto, e tutto intorno, il pavimento di marmo è coperto dall'alone di macchie scure. Non è necessario un intelletto superiore per intuire cosa abbia potuto produrle. Obsidian ha fatto in modo che la luce filtrasse dalle tende in modo da lasciare in ombra la sua persona, mettendo invece in risalto gli aspetti più teatrali di quella messinscena: la sedia, appunto, l'aspetto carcerario del suo ufficio dall'arredamento spartano, e i tre fascicoli che tiene chiusi davanti a sé. Il primo è quello che ha sfogliato qualche minuto prima; Alraunee, recita la prima pagina. Il secondo, più nutrito, riporta un nome d'uso piuttosto lungo, e poi in rosso, sottolineato due volte, Xell. Il terzo è grande più dei due precedenti messi insieme, i bordi delle sue pagine sono logorati dall'intenso sfogliare a cui deve essere stato sottoposto negli ultimi mesi. Il nome è Ahren.
    Quei fascicoli, lasciati lì a bella posta, servono a far capire al Custode che non c'è nulla che lui possa sperare di nascondere al vigile occhio del Culto. E che la sua mano sarà sempre pronta a punire ogni sciocco tentativo, tanto per essere sicuri che non si ripeta.
    I due fanno il loro ingresso. Il Custode è un po' più piccolo di come se lo sarebbe immaginato, la bambina più calma ma semplicemente una normale bambina, se non fosse che quella è tutto meno che una normale bambina.
    Obsidian fa un gesto sbrigativo, l'accolito si allontana con un inchino e richiude la porta.
    Oh, finalmente soli.
    - Vieni avanti, Xell Custode Garante - dice dalla penombra, nel tono annoiato di chi sta per sbrigare l'ennesimo atto burocratico. C'è un tempo per tutto e la parte davvero divertente non può prescindere dagli atti formali - questo Obsidian lo sa e, nel dubbio, è bene che si rinfreschi la memoria anche il Custode.
    - Presenta la tua protetta - conclude, mentre le sue mani dal colore spettrale entrano nel cono di luce, si allungano a raccogliere gli anelli e iniziano a posizionarli sulle diverse dita. Sei anelli in tutto. Xell sa cosa significano.
    Questo renderà le cose più interessanti.

  4. .
    Miglior LQS Ufficiale: Sommersi e persi
    Miglior LQS Non Ufficiale: Tutte caduche foglie
    Miglior LQS Assoluta: Sommersi e persi

    Miglior Giocatore: Angruccia. *lacrimucc*
    Miglior Narratore: Teddy.
    Miglior Party: Resiste uno solo

    Migliore Idea: Quella di C'era un tempo mi è piaciuta un sacco, ma anche Cosa nasconde sotto. A livello di scenario, Alioth congelata dal Ravdoos cattivo mi ha fatto commuovere.
    What If: Le balene volanti. Cioè davvero volanti, non che cadono addosso alla gente. E qualche aberrante in più. E I DRAGHI.
    Ma questa formula...: Formula approvata, magari da rivedere con meno pause e quit.
    Bene, ma quanto dura?: Altri due turni? Se per settembre abbiamo finito me happy.
    Questo no: Nulla da segnalare in particular.
  5. .
    La gioia per la vittoria dura poco, ma Cerash non se la prende troppo. Ha vissuto abbastanza a lungo e tiene in sé un numero di anime sufficienti a rendersi conto che ogni felicità è effimera, e anche quel senso di soddisfazione che aveva provato fino a un attimo prima è perduto prima ancora che possa rendersene conto. Questa è l'umana miseria: bisogna sempre andare avanti.
    Levi ha delle notizie da riferire, e non sono di quelle buone. Due metri di ghiaccio in più in ogni direzione, numerose possibili vittime, l'uscita chiusa alle loro spalle. Andare avanti, dice il Capitano. Come se ci fossero mai stata alternative.
    Si prosegue tra le macerie della Alioth congelata, tra quelli che una volta erano esercizi commerciali di un qualche rispetto e che oggi sono avvolti da banchi gelidi e traslucidi. Avurje spiega che le persone sono state già portate in salvo, dove possibile. C'era qualcosa che sembrava molto ben disposto a nutrirsene. La cosa non lo sorprende, e nemmeno lo scoraggia. Non si aspettava nulla di diverso, arrivando lì. L'umore generale è piuttosto basso, almeno finché non si vede un'ombra - l'eco di una bambina senza volto che saluta da dietro una lastra di ghiaccio. Il Capitano la chiama aberrazione, Cerash ne è vagamente infastidito.
    - (Lo sei anche tu. Lo siamo tutti noi.) - gli suggerisce una voce dal Cuore Indiviso.
    Lo sa benissimo. Non vuole sentirselo dire da un incapace rotolato fuori dal letamaio dell'accademia.
    Ham è abbastanza rapido e deciso: stacca via la lastra di ghiaccio che occlude la porta (insieme all'intera porta, già che c'è) e saluta la 'bambina'. Si tratta in realtà di una bambola, molto ben costruita, e tenuta in vita da una cuorgemma. Non dovrebbe stupire l'improvvisa empatia di Cerash nei suoi confronti.
    - Oh beh - sussurra - poteva andare peggio.
    -...avete finito di fare amicizia? Sì? Perché avremmo da lavorare, noi.
    Il Capitano non sembra gradire il siparietto. Il Matto lo ignora. D'altra parte, non è uso alle gerarchie e a simili stronzate.
    Il ritmo della bambola è particolare. Cerash lo percepisce, ma comprenderlo è tutto un altro discorso. Hvitserk viene in suo aiuto:
    - (Dice di chiamarsi X Æ A-12).
    L'Arcano scuote il capo.
    - Troppo complicato. Ti chiamerò Orianna. Ori. Ti piace?
    Ori annuisce, quindi gli porge la mano. Questa cosa basterebbe per mandare in pappa anche il più stronzo alothiano, ma il Capitano continua a disapprovare. Cerash, dal canto suo, prende la mano della bambola nella sua procionica zampa. Le creature da proteggere sono appena aumentate.
    Ham applaude alla scena.
    - Vedi che sei proprio un bravo procione - dice.
    Il Matto solleva gli occhi al cielo. Ha una pessima reputazione da mantenere, ed eccolo lì a coccolarsi una bambolina con una parvenza di vita. Da quando si è preso in carico il suo ovetto, sembra che vada così. La paternità deve averlo cambiato.
    Un urlo straziante interrompe la scena, solleva le preoccupazioni. Proviene dall'interno del laboratorio.
    - Se fossi in voi - Interviene il capitano - Non spingerei più in là di così la vostra fortuna.
    - Credo sia l'Armadio delle Curiosità, negozio di articoli di magia di dubbio gusto di un certo mago noto in città. Mi sfugge giusto il nome - gli fa eco Avurje.
    Cerash ha già sentito quel nome, e lo collega all'istante a un altro nome piuttosto conosciuto nell'Est restaurato.
    - Azin? Questa è la bottega del Mago Pazzo? Oh, Grande Arcano! Meraviglioso.
    Sente che qualcosa gli scivola via: è la mano di Orianna, che corre a abbracciare Ham scuotendo la testa. Deve aver capito che lo scheletro sta cercando altre forme di vita - autentiche o artificiali che siano, e ne ha trovate. La bambola, però, non vuole che si spingano oltre, proprio come il Capitano.
    Il Matto le accarezza la testa.
    - Dovremmo salvare anche gli altri...?
    Ori non risponde, abbassa la testa. Scegliere è una cosa difficile, l'Arcano lo sa, e tuttavia prende le sue decisioni sempre nella maniera più leggera possibile. C'è buonissima ragione anche per questo: una vita tanto lunga, e tanto noiosa, val bene che sia scossa - in qualunque modo possibile. Per questo fa un passo avanti, e poi un altro, verso il retrobottega.
    - Siamo fottuti - commenta Avurje. Potrebbe non avere torto.
    - Ed eccolo che se ne va. Avurje, seguilo. Voi altri, non un passo di più.
    Ignorando l'ordine del Capitano, anche Orianna e Oratrice seguono il Matto. E Ham, ovviamente.
    Il retrobottega è un bailamme di oggetti incantati che riposano in ogni dove, su scansie, tavoli, mensole e qualsiasi altro piano d'appoggio ortodosso e non. Al passaggio del gruppetto, diversi oggetti reagiscono fluttuando nella penombra azzurrastra. Avurje, coi nervi a fior di pelle, taglia in due una pericolosissima tazza, guadagnandosi uno sguardo di disapprovazione.
    Poi un'altra bambola: un bambino con un assurdo copricapo puntuto, seduto a un tavolo, imita uno studente. Non sembra particolarmente attivo. Cerash prova a chiamarlo, ma non reagisce nemmeno quando lo tocca direttamente. Ham chiede spiegazioni a Orianna, che riesce a trasmettere qualcosa con i gesti e il proprio ritmo. Magia. Quella bambola non è attiva. La cosa non è difficile da aggirare, per chi ha un cuore traboccante di anime: Cerash solleva una zampa, poggiandola sul corpo della bambola e lasciando fluire un po' di magia in essa. La creatura si anima all'istante, guardandolo e ringraziandolo con un cenno. Saluta Orianna, che non risponde in alcun modo.
    - Ti chiamerai En. Spero non siate in molti, o finirò i nomi.
    Sta per procedere ancora, quando sente qualcosa trattenerlo, e un dolore intenso venire dal fondoschiena. Si volta. Ori e En gli stanno attaccati alla coda, strattonandola e indicando l'uscita con insistenza.
    - Ohè, che modi sono?! - domanda, quasi fossero i suoi figli. (Per certi versi, lo sono).
    I due non vogliono proprio saperne di proseguire. Ham ha detto che più avanti c'è qualcosa di terribile, che somiglia al golem che hanno già affrontato. Cerash si guarda intorno, cercando lo sguardo di Oratrice.
    - Fa freddo - dice la fata. E in effetti, la temperatura è calata da quando si sono addentrati nel retrobottega, e la cosa promette di peggiorare andando avanti.
    - Non è luogo adatto ad una elari, questo. Dovrete scegliere uno scenario più adeguato, Fedor, mi spiace.
    A volte, andare avanti non è possibile se ci si vuole anche prendere cura degli altri. Cerash si arrende, voltandosi verso l'uscita. Se le altre bambole sono disattivate, non dovrebbero soffrire, o almeno così si racconta.
    Quando vengono fuori, il Capitano non sembra approvare la presenza delle due bambole, che rapidamente si nascondono dietro Ixt.
    - Vi prego, fate rapporto. Era buono il tè? Ci avete messo lo zucchero? La scorzetta di limone? L'ombrellino?
    Cerash scrolla le spalle.
    - Non abbiamo trovato ombrellini, solo questi due cuccioli. Ci hanno impedito di proseguire, è probabile che oltre ci sia qualcosa di... molto pericoloso.
    -Per carità, lasciatelo lì a morire - replica il Capitano, poi si volta verso il vicolo, e l'uscita. - Dopo di voi.
    Cerash lancia uno sguardo alle bambole, sorridendo pacifico, e fa l'occhiolino a Oratrice, prima di superare il Capitano, preparandosi ad aprire la strada. Ha tuttavia una brutta sensazione addosso, e non riguarda esattamente il soffio di Ravdoos o la creatura malata che si nasconde nel Naatar. In quel momento, ha intuito che non torneranno indietro tutti. Una premonizione, se vogliamo chiamarla così. E il Capitano potrebbe essere il primo a salutarli.


    Il Matto
    Aspetto attuale: Elaine, la Fata.

    Risorse: 60/60 (salute) - 91/100 (energia) - 9/15 (stress)
    Classi di Difesa: 10 - 7 - 8
    Ferite: Nessuna.
    Status: Nessuna.
    Bonus: +1 Attacco (dal Legame con Ezra, lv. 3); +2 Arcana dall'equip.
    Malus: Nessuno.
    Competenze: Arcana X - Carisma X - Furtività X - Società X
    Specializzazioni: Polimorfismo, Manipolazione dello Spazio, Manipolazione del Tempo.
    Prestigio: Influeza XVI - Notorietà XIV
    Equipaggiamento:
    - Cuore Indiviso: Attrezzi Superiori del Mestiere, Nascosto, Droga, Colpo di Genio.
    - Il Matto (Arcano Maggiore): Arma Superiore II (+2 Arcana); Mangiamana Superiore II; Nascosto; Versatile I. Attacca su Volontà e Riflessi, Difende su Riflessi.

    Passive: Ispirazione, Trionfo II, Testardo II, Ferocia, Analisi, Infaticabile.
    Azioni:
    ///


    Riassunto: Quanto detto in supporto. -4 energia per animare En.
  6. .
    Dedicate ai giocatori
    Come un Buon Libro: Angruccia. *lacrimucc*
    Siediti, lo Zio Racconta: Teddy. Lqs and stuff.
    I Post Rendono Liberi: Teddy, Again.

    Bastoncino di Zucchero: Farka, most likely.

    Dedicate al gioco
    Miglior Giocata: BHE. BEH.
    Miglior Scenario: LQS in Alioth è onestamente meravigliosa.
    Miglior Ingresso: Non saprei, ce ne fossero di completi e recenti.

    Vorrei ma non posto: Siamo ancora tutti vivi, so.
    Quel che il Manuale non Dice: Ixt che chiama 'procione' il Matto.

    Dedicate a Personaggi e Utenti
    Miglior Babbo Natale: Babbo Tied non si batte. Quindi Raol.
    Miglior Renna: Ul. Senza discussioni.
    Miglior Elfo: Luke e Fuyu.
    Miglior Zio Ubriaco: Sevn, a mani basse.

    Ma la fidanzatina?: H I G e la magia del natale.
    Il Grinch: Sevn.
    Bacio Sotto il Vischio: Tied e le loli.

    Dedicate all'off-game, Miscellanea
    Premio speciale "Multiplayer, Co-Op, Gratis": *fischiett*
    Premio speciale "Malattia Incurabile": Ci devo pensare, c'è troppo materiale.
    Premio speciale "Solidi non Soldi": Mi mancano le uscite di Nerbon. E anche quelle di Julian.
  7. .
    Eyes seeing no light, succumb to blindness
    and cry longing tears, land that once thrived.

    Stregoni. Creature che non hanno bisogno di imparare la magia, essa scorre nel loro sangue, figlia di antichi legami con deità dimenticate. Ogni stregone ha una sua particolare area di privilegio, legata alla propria ascendenza. Trinità è uno Stregone del Crepuscolo, ovvero qualcuno in grado di utilizzare tanto la trama della luce quanto quella dell'ombra. La sua crescita come stregone, tuttavia, è stata deviata dalla sua natura indolente e pigra. La magia è indubbiamente scenica e molto potente, ma lui ha sempre creduto nell'utilità di un monumentale papagno ben assestato. Il suo modo di utilizzare la magia del crepuscolo può risultare poco ortodosso, ma è indubbiamente efficace.

    Alto, snello, dal pelo biondiccio e occhi giallastri. Nel complesso, Trinità è un galzani-lince d'aspetto bello ma trasandato. La sua indolenza gli impedisce, d'altra parte, di prendersi particolarmente cura di sé. Suole indossare abiti molto umani, come camicie e panciotti, e delle brache piuttosto pratiche. Porta sempre un cappello morbido con una visiera molto ridotta, in cui nasconde un doppiofondo di feltro rinforzato che lo rende semi-rigido e delle sottili piccole lame che lo rendono un'arma davvero interessante, all'occorrenza. Quando combatte, il che non capita troppo spesso, indossa dei tirapugni in lega di bronzo, in grado di veicolare perfettamente la trama magica. Per il resto, è una creatura sostanzialmente di buon cuore, che però non va troppo d'accordo con la legge, ama farsi beffe degli stronzi che incontra. Ah, sì, è un grandissimo (ma non particolarmente fortunato) donnaiolo.


    Bablyed Secrecy
    Gestire la Trama d'Ombra non è un affare per tutti, ma c'è modo e modo di gestirla. L'utilizzo che ne fa Trinità è peculiare, poiché è solito utilizzarle rendendole solide: può spararne piccole sfere come dardi, solidificarle per avere un piano d'appoggio durante le sue acrobazie, o anche sollevarle come un velo per proteggersi, financo cucirsele addosso per sparire alla vista altrui. Quest'ultima cosa, nello specifico, l'ha sempre amata: viaggiare tra un'ombra e l'altra, come in un teletrasporto dell'oscurità, è il suo piccolo vezzo.


    Extusnan Lecture
    Ragionare con la trama di Luce è più complicato. Trinità, da indolente belloccio qual è, non si è mai applicato troppo per sviluppare il suo controllo sulla trama di luce. Ha invece preferito trovarle un'applicazione pratica meno ortodossa, ma più divertente: ne utilizza le qualità per potenziare i suoi colpi - e quando si dice "colpi", si intendono principalmente dei sanissimi sganassoni (ma anche qualche schiaffo e calcio, all'occasione). Che dire, gli piace così.
  8. .
    CITAZIONE (Tied @ 6/1/2024, 20:22) 
    CITAZIONE (vøx @ 6/1/2024, 20:21) 
    Benvenuta :funghetto:
    A disposizione per qualsiasi domanda, ovviamente. Vale anche per Tied.

    Che fai stasera, bel maschione?

    Intendevo... che tu sei disponibile... per le domande...
    Lo sai che io per te sono sempre disponibile. E se non lo sono, mi libero.
  9. .
    Benvenuta :funghetto:
    A disposizione per qualsiasi domanda, ovviamente. Vale anche per Tied.
  10. .
    Si procede così, sballottati da una autorità all'altra. Occuparsi in siffatta maniera di una crisi del genere è una miseria che si commenta da sola, e il Matto si limita a zompettare fischiettando di fianco all'Avurje che gli fa da guardia - pur non avendo ben compreso se la presenza del folletto serva a difenderlo o controllarlo. Probabilmente entrambe le cose, ma non reputa che valga la pena interrogarsi troppo a riguardo.
    La tenda di comando che li accoglie è una sarabanda di volti e razze differenti, tutti uniti dalla volontà di combattere e difendere Alioth dalla Quinta. Una volontà vagamente suicida, ma è qualcosa che potrebbe rivelarsi divertente. Il capitano - una pertica d'umano che sembra venuto fuori dal manuale del maghetto dell'Accademia - accoglie i nuovi venuti con una certa ironia e lo sguardo di chi non gli darebbe un'oncia di credito. La sua vice è dell'identico parere ma bardata come certi cavalli cerimoniali delle tribù del nord, armatura e tutto. Insieme formano una strana coppia - non più strana di un enorme scheletro parlante e di un procione-elari, comunque. La morte e il suo nano peloso. Cerash lo sa e non commenta, c'è altro che attira il suo interesse: il gruppo di fate che accoglie l'arrivo di Avurje come quello di un amico che non si era certi di rivedere. Si avvicina anche lui. Le elari lo hanno sempre affascinato, o almeno così gli dice il Cuore Indiviso, e la cosa lo mette a disagio. Non sempre gli viene facile scindere ciò che lui - Cerash - prova realmente da sentimenti e ricordi che sopravvivono nelle anime della sua funestata cuorgemma.
    - Avurje! Non mi avevi detto di avere delle amiche così carine - esclama, ormai vicino al gruppo.
    Le elari che si accalcano intorno alla sua piccola ma risoluta guardia sono bellissime, piccole opere d'arte in movimento. In quel momento, Cerash potrebbe giurare di non aver mai visto nulla di così elegante e tanto vicino alla perfezione. La voce irritata - e profondamente maschile - delle fate spezza l'idillio con comica tragicità.
    - Amiche a chi.
    Avurje, dal canto suo, soffia come un gatto poco incline alle cortesie rituali. Quell'intromissione deve infastidirlo quasi quanto il fatto di essere stato destinato a fare la guardia a un procione mezzo fuori di testa, imbroglione e scostumato. Insomma, uno stronzo.
    Uno stronzo di vedute aperte, però, che regala a quelle fatine il sorriso migliore che gli riesca di produrre, mentre agita la mano con aria affettata.
    - Via, via, non prendetevela! Siete carine anche quando vi arrabbiate - dice, in quel suo tono irritante che Avurje avrà già imparato a detestare.
    E proprio a lui si rivolge il Matto:
    - Che hai da soffiare, tu? Non sei mica Ravdoos. Non mi sembra che tu mi abbia dato alternative su come chiamarti.
    - Ecco: non chiamarmi affatto! - replica l'elari, con un'uscita di scena fin troppo drammatica per le sue dimensioni e che lascia interdetti gli astanti. Cerash non sembra aversene a male, in fondo trova piacevole avere qualcuno da stuzzicare e Ham non gli ha dato molta soddisfazione in questo senso, anche se pare un bravo ossicino.
    - Come sei sgarbato! - commenta una elari.
    Il Matto scrolla le sue procioniche spalle voltandosi verso di lei, e rimanendone come folgorato, gli occhi vitrei della triglia che ha passato qualche giorno di troppo sul banco del pesce.
    - Il tuo amico mi ha preso in antipatia da subito - risponde. - Il che è strano, solitamente sono quasi simpatico.
    Poi, interessato più a impressionarla che a parlare del folletto, domanda:
    - Hai mai visto un uovo che balla?
    - Conoscevo un Elari così, credo. Sarei molto affascinata.
    Il Matto si rivolge quindi al suo uovo prediletto che, per tutta risposta, inizia a tremolare tutto emozionato da quell'improvvisa attenzione.
    - Ooooh. Sì, somiglia a un mio lontano Zio. Mai visto niente del genere, da queste parti. Da dove esce?
    - Errr... diciamo che viene da moooolto lontano. Un viaggio speciale che ho fatto. Potrei portarti, la prossima volta. Come ti chiami?
    - Oratrice. Oratrice Selanique D'Avalyse Cardinal. E non so: ho visto ben due mondi, potrei avere gusti difficili.
    - Adorabile. Che ne dici di vederne un terzo? Il mio nome è Fedor.
    Il Matto si prende una piccola pausa, durante la quale l'uovo non smette di ballare, poi riprende:
    - Già che siamo in confidenza, posso farti una domanda?
    - Fedor? Solo Fedor? Chiedi pure.
    Il Matto indovina - o forse immagina - una piccola nota di delusione nella voce della bella elari dalle ali sottili e dal vitino di falena. Un solo nome, nessun cognome. E chissà che risate se sapesse che per lo più è noto come il Tanghero. Non esattamente il soprannome adatto a far breccia nel cuore o fra le cosce di una bella donna. Pardon, di una bella fata.
    - Solo Fedor - replica, cercando di non apparire scortese. - Il vostro capitano è sempre così allegro quando si tratta di rischiare la pelle?
    In generale, il clima è molto gioviale durante gli ultimi preparativi. Forse un po' tropp, considerata la situazione. Lì dentro sembrano tutti matti, e quanto a follia lui è una discreta autorità: da mezzo secolo se ne va in giro cambiando aspetto e seminando caos ovunque gli capiti, basandosi solo sull'umore del momento, e tuttavia quell'allegra masnada di rincoglioniti sembra stia per recarsi in osteria piuttosto che in guerra. Una guerra contro una Quinta, poi.
    Fuori come piantine di basilico, tutti loro. E questa cosa a Cerash piace parecchio.
    La fata, tuttavia, non risponde se non con un sorriso enigmatico, iniziando a danzargli attorno, tra segni d'approvazione delle sue comari. Qualcosa gli suggerisce che possa trattarsi di una sorta di rito di iniziazione, il loro modo di accettarlo nel gruppo, e lui non resiste alla tentazione di fare un po' il cascamorto. Gli capita così di rado di averne l'occasione.
    - Chissà quanti ne avrai conquistati, così.
    Anche l'ovetto inizia a ballare vorticando intorno a loro, celebra il momento. L'elari ridacchia al commento, si nasconde dietro una compagna.
    - Ci vediamo quanto avrai cinque minuti, Fedor.
    - Avrò sempre del tempo per te, Oratrice.
    Il commiato è esemplare, con tanto di lieve inchino.
    Il resto della tenda di comando è tutto un muoversi svelto e tintinnare di armature e armi. Si è quasi pronti alla partenza.
    Il Matto si avvicina al gruppo dei qurashi che aveva adocchiato sin dall'ingresso. Un po' come gli altri membri della compagnia, danno l'impressione di considerarli come poco più che un diversivo: piacevole, ma sostanzialmente inutile. Quanto poco sanno, piccoli cuccioli dell'estate trascinati nell'inverno della Quinta.
    Uno di loro in particolare attira l'attenzione dell'Arcano Maggiore: sembra provenire dagli abissi profondi, ha l'aria strana e lo sguardo perso nel vuoto. Quando il Matto si avvicina, il qurashi istintivamente fa un mezzo passo indietro. Cerash solleva una zampa.
    - Aye, aye - dice, fermandosi a una distanza di sicurezza. - Tutto bene, Levi?
    - Brutto qua. Fondo bello.
    - Com'è che sei finito in questo casino?
    - Mi ha pescato il capitano.
    - E ti ha costretto a rimanere qui? Non mi sembra esattamente... adatto a te.
    - Opporsi... bruuutto... più di stare qui. Ma io utile. E qui tanto cibo. Vita, eh.
    - Capisco, più o meno. Se quando avremo finito qui vorrai tornare a casa... Beh, fammelo sapere.
    In fondo, per lui si sarebbe trattato di una sciocchezza. Il qurashi lo fissa per un po' con uno sguardo ebete, poi gli fa un cenno universale di intesa.
    Il Matto si guarda intorno. Non c'è più tempo per le pubbliche relazioni, a quanto pare: è ora di andare.

    La parte gelata di Alioth accoglie la compagnia con un freddo pungente, fastidioso. Cerash, che ha sangue ravdoshi nelle vene, lo avverte a dispetto della pelliccia da procione: quel gelo ha in sé qualcosa di crudele e profondamente sbagliato. Non somiglia al soffio di Ravdoos, non per come lo ricorda lui.
    - Il freddo del nord rinvigoriva, una volta. Questo non lo fa - dice Avurje.
    Il Matto è d'accordo, ma non dice nulla. I suoi occhi tradiscono la concentrazione e anche un po' di meraviglia: gli incanti racchiusi nel ghiaccio sfrigolano, dipingendo quell'enorme teca traslucida con l'esplosione di opalescenze policrome. Sarebbe uno spettacolo degno della Dominante, se non fosse per i profili delle persone che in quegli stessi doccioni di ghiaccio sono rimaste intrappolate e li guardano senza vederli, sospesi. La cosa, per certi versi, gli ricorda la situazione di Dayrst. Solo che qui le cose promettono di essere un tantinello più rognose. Tanto per cominciare, i vicoli che da quella piazza avrebbero dovuto condurli nel cuore della zona congelata non sono liberi per un cazzo. Il Capitano la prende con filosofia e commenta con una prosopopea un po' ironica e un po' teatrale. Il morale della truppa sembra comunque non risentire troppo della brutta notizia - in fondo, da quelle parti le brutte notizie sembrano ormai essere l'ordinaria amministrazione. La domanda che si stanno facendo tutti è: e adesso che si fa?
    Il Matto si avvicina al capitano. Lo guarda dal basso in alto, un sorriso sornione su quel tenero musetto.
    - Che ne dici, Capitano? Devo fare un po' di spazio? - domanda. Il tono non è nemmeno troppo impertinente, anche se in realtà sta pensando che è arrivato il momento di far vedere a quella pertica (e anche a Oratrice) cosa è in grado di fare, quando ne ha voglia.
    Il Capitano sembra rifletterci un attimo, poi annuisce.
    - E sia - risponde, per poi iniziare a dare istruzioni ai suoi uomini.
    Il Matto si concentra sul vicolo ghiacciato più prossimo fra quelli che sarebbero dovuti essere liberi. Avurje gli svolazza di fianco.
    - Almeno non farmi fare brutta figura - sibila il folletto.
    Cerash sorride. Il Cuore Indiviso sussulta. Finalmente si va in scena.
    Solleva entrambe le zampe. Potrebbe benissimo farne a meno, ma ha due ottime ragioni per questo: vuole che tutti abbiano chiaro chi è sta per aprire la strada. Inoltre, la sua teatralità non può essere inferiore a quella del Capitano.
    Individua la forma ghiacciata, si concede il tempo di essere preciso - non vuole intaccare gli edifici che stringono la stradina. Seziona il ghiaccio, una colonna alta almeno un paio di metri e profonda cinque volte tanto. Poi un rumore di vetri infranti che qualcuno - nello specifico una testa coronata del Lesathar - ha imparato a conoscere e temere, e il ghiaccio si ritrova a mollo nel mare, centinaia di stadi più a est. Il Matto sorride, ma è un sorriso che gli muore in fretta sul muso: dal moncherino del ghiaccio, una sostanza viscosa e riflettente si sparge al suolo, una sorta di specchio liquido e rivoltante.
    - (...Sangue?)
    Non fa in tempo a rispondersi. Dal vicolo vicino il ghiaccio si solleva come destandosi da un sonno profondo. Adocchia il suo amico trucidato dall'azione di Cerash, quindi lancia un urlo violentissimo. Ham è rapido a intervenire, scudando tutti i presenti. Quanto al Matto... Lui potrebbe fare da solo, e invece lascia che il ghiaccio urlante lo colpisca, che il vento crudele gli sferzi il muso fin quasi a strappargli la pelliccia di dosso, che piccoli frammenti di ghiaccio e nevischio gli graffino il volto. La sua volontà vacilla, prima che se ne renda conto sente il contatto del suo ginocchio contro la dura e fredda pietra del basolato. Com'è che diceva quel tale?
    - (Inchinati alla tempesta. Poi, spaccale il culo).
    Il freddo non è più importante, nemmeno la sua mente piegata e non ancora distrutta.
    Il Cuore Indiviso gli parla, sono tante voci che si accalcano. Riesce a districare le parole, sa cosa vogliono dirgli.
    - Colpitelo con luce e fuoco, se potete! - urla agli uomini della compagnia - è grosso, ma lento.
    Poi torna a concentrarsi sul golem, e i suoi occhi brillano di una lucida follia.
    Adesso ci divertiamo.

    Una luce dorata, flebile, come una porta infinitesima che si apre su un mondo precluso a chiunque tranne che a lui. Una luce che si moltiplica, e sono tanti piccoli quadrati che si sovrappongono e vanno a formare l'Arcano sospeso al suo fianco e una copia dello stesso, due lance dorate dalla punta leggermente arcuata. Un istante dopo, la prima delle due viene scagliata contro il golem. L'Arcano percorre una traiettoria prevedibile eppure, all'ultimo momento utile, il Matto sbatte le palpebre e la lancia viene teletrasportata altrove, colpendo il mostro poco sopra la testa. L'altra lancia sta già correndo verso le nubi che pesano sulla Dominante, le squarciano rivelando un raggio di sole che solo per un istante fa brillare la testa del golem. L'Arcano muta la propria forma, la lancia scompare e viene sostituita da una porta schiusa sull'abisso dell'entropia, che ribolle e freme. Il simbolo del Matto risplende nel cielo di Alioth e un sussulto di meraviglia si spande tra i ranghi della compagnia.
    - Mecoooo--mplimento! - urla qualcuno.
    Cerash sorride di rimando, proprio nell'istante in cui la porta emette un suono sordo che fa tremare la terra, come se qualcuno - un dio anziano e malmostoso - avesse appena percosso il continente con il suo bastone. Così il caos si riversa sul mostro, affliggendolo e piagandolo, sciogliendolo in parte, ma senza ucciderlo. Allora attacca anche la compagnia, in fondo il mostro è grosso ma non sembra in grado di schivare gli attacchi, anche se prova a difendersi in qualche modo; è il momento del fuoco, e per qualche istante sotto le fiaccole il golem scompare. Il ghiaccio sublima, si disperde in una nebbia che li avvolge tutti e non promette nulla di buono. Una di quelle promesse che sarebbe meglio non veder mantenute.
    La nebbia riacquista consistenza solo per rispondere colpo su colpo. Uno sperone di ghiaccio grande quanto il braccio di un umano adulto viene scagliato contro il Matto, che tuttavia sposta lateralmente il capo, schivandolo con sufficienza.
    - Troppo lento - dice.
    L'attacco successivo però è un blocco di ghiaccio enorme, qualcosa che lo costringerebbe a impegnarsi in difesa, ma quello è il momento in cui Ham - il caro ossicino - si rivela utile (e anche piuttosto potente, a dirla tutta). Difende praticamente tutti i presenti, incluso Cerash, che approva con un cenno del capo, rinvigorito dalla sofferenza che l'entropia ha causato al golem. Adesso può dedicarsi all'attacco.
    Il golem riprende la sua forma originale, occupando nuovamente il vicolo. La testa di ghiaccio, appena sollevata, li sfida.
    - Ты не пройдешь!
    Non puoi passare!
    Cerash sorride.
    - Amico, così mi offendi.
    L'Arcano sospeso in cielo torna a dimensioni più umane, meno spaventose, una sorta di piattaforma dorata sospesa una decina di metri sopra il bersaglio.
    Cerash ghigna - quello stesso ghigno che è stata l'ultima visione anche per la progenie del Divoratore.
    - пусть это пари? - domanda, anche lui in ravdo.
    Un istante, e il procione - così paffuto e così letale - ora è in pieni su quella pedana, il podio del boia che si appresta a concludere l'esecuzione. Attende che la compagnia colpisca ancora, poi solleva la zampa e mostra gli artigli con un certo compiacimento, mentre altre due lance, più grandi delle precedenti, compaiono sopra di lui. Abbassa la zampa impartendo l'ordine, e a quel gesto giustappone un commiato non privo di una certa dignità.
    - до свидания, товарищ.
    Le lance calano dal cielo come un giudizio divino, frantumano ciò che rimane del ghiaccio, ne violano l'essenza. E il golem non è più.
    Un boato, la compagnia che festeggia sul nemico caduto, molti si accalcano intorno a Ham ringraziandolo per averli difesi.
    Cerash torna giù soddisfatto, la solita aria di sobria strafottenza. Guarda il folletto, lo trova scontento.
    - Allora, Avurje? Ti ho fatto fare bella figura?
    L'elari non sembra approvare, anzi. Si allontana infastidito. Il Matto vorrebbe dire qualcosa, ma lo raggiungono le parole del Capitano e i complimenti di Oratrice. C'è di meglio di cui preoccuparsi che un folletto indispettito e borioso.
    - Ce li hai proprio grossi. I numeri.
    - A-riamh cho math ri do bhòidhchead, a bhean.
    Fa un inchino a Oratrice. Vorrebbe parlare ancora, ma c'è qualcosa che deve fare.
    Un istante dopo è abbarbicato sulla spalla di Ham.
    - Spero tu stia bene, Hammino bello. Grazie! - dice, incrociando pollice e indice della zampa sinistra a formare un cuore e sorprendendo sé stesso. Quanto è passato dall'ultima volta che ha sinceramente ringraziato qualcuno? Quanto tempo dall'ultima volta che ne ha effettivamente avuto motivo? Troppo, probabilmente. L'uovo balla contento, ora che tutto è passato, e il Matto sorride. Sa che non è ancora finita, sa che sono solo all'inizio di quella storia, ma si sta divertendo, cosa piuttosto rara per lui. Le sue ferite sono completamente guarite e si sente in forze - bontà del Cuore Indiviso, che si è prontamente nutrito dei resti magici del golem.
    - Tutto molto bello, ma è il caso di muoversi - tuona la Vice del Capitano, riportando tutti con i piedi per terra.
    Sì, c'è ancora molto lavoro da fare.
    - (E non vedo l'ora).


    SPOILER TURNO 1

    Il Matto
    Aspetto attuale: Elaine, la Fata.

    Risorse: 18/60 (salute) - 40/100 (energia) - 9/15 (stress)
    Classi di Difesa: 9 - 6 - 7
    Ferite: Nessuna.
    Status: Nessuna.
    Bonus: +1 Attacco (dal Legame con Ezra, lv. 3); +2 Arcana dall'equip +2 Attacco da Ferocia.
    Malus: -1 a tutte le Classi di Difesa (Già calcolato)
    Competenze: Arcana X - Carisma X - Furtività X - Società X
    Specializzazioni: Polimorfismo, Manipolazione dello Spazio, Manipolazione del Tempo.
    Prestigio: Influeza XVI - Notorietà XIV
    Equipaggiamento:
    - Cuore Indiviso: Attrezzi Superiori del Mestiere, Nascosto, Droga, Colpo di Genio.
    - Il Matto (Arcano Maggiore): Arma Superiore II (+2 Arcana); Mangiamana Superiore II; Nascosto; Versatile I. Attacca su Volontà e Riflessi, Difende su Riflessi.

    Passive: Ispirazione, Trionfo II, Testardo II, Ferocia, Analisi, Infaticabile.
    Azioni:
    1) Prova di Arcana: Spesa: 4 (stress). Effetto: 14 (10 Arcana +4 stress).
    2) Divergenza [Offensiva] [Arcana su Riflessi] [Consumo: Alto] [Impreciso] [Esaltante II: Se infligge danno, +6 in Attacco per il turno]
    [Costo: 10] [Effetto: 23]
    3) Purificazione del Folle [Offensiva] [Arcana su Volontà] [Consumo: Immenso] [Finale: se usato a soglia critica, ha effetto di costo pari a 1.5]
    [Vampirico (S): ottiene come Salute 1/4 del danno inflitto]
    [Costo: 42] [Effetto: 78/84]


    Riassunto: Subisco i danni in pieno e vado a Soglia. Faccio la prova, condivido le informazioni, scaglio un primo attacco (se va a segno, +6 all'attacco successivo). E poi gli rompo il culo con un Intenso Immenso. Nel complesso si minacciano 101-107 danni.


    -----------------

    SPOILER TURNO 2

    Il Matto
    Aspetto attuale: Elaine, la Fata.

    Risorse: 60/60 (salute) - 42/100 (energia) [Spese Grandi] - 9/15 (stress)
    Classi di Difesa: 9 - 6 - 7
    Ferite: Nessuna.
    Status: Nessuna.
    Bonus: +1 Attacco (dal Legame con Ezra, lv. 3); +2 Arcana dall'equip +2 Attacco da Ferocia.
    Malus: -1 a tutte le Classi di Difesa (Già calcolato) Infaticabile blocca il Malus di Spese Grandi.
    Competenze: Arcana X - Carisma X - Furtività X - Società X
    Specializzazioni: Polimorfismo, Manipolazione dello Spazio, Manipolazione del Tempo.
    Prestigio: Influeza XVI - Notorietà XIV
    Equipaggiamento:
    - Cuore Indiviso: Attrezzi Superiori del Mestiere, Nascosto, Droga, Colpo di Genio.
    - Il Matto (Arcano Maggiore): Arma Superiore II (+2 Arcana); Mangiamana Superiore II; Nascosto; Versatile I. Attacca su Volontà e Riflessi, Difende su Riflessi.

    Passive: Ispirazione, Trionfo II, Testardo II, Ferocia, Analisi, Infaticabile.
    Azioni:
    1) Difesa Base: Non subisco danni. (Arcana 10 -1 Spese Grandi -9 Riflessi).
    2) Attacco Base Arcana su Riflessi. Minaccia 23 danni (10 arcana + 2 Arma Superiore +1 Legame +2 Ferocia +8 Fatale).
    2) Attacco Base Arcana su Riflessi. Minaccia 23 danni (10 arcana + 2 Arma Superiore +1 Legame +2 Ferocia +8 Fatale).


    Riassunto: Recupero 10 di Salute da Vampirico (S) avendo inflitto 42 danni. Recupero ulteriori 10 di salute dalla cura di Ixt. E ulteriori 22 di Salute e 2 di Energia da Ispirazione. Mi difendo dal base (e vengo difeso da Ixt) senza riportare danni. Poi attacco a mia volta con 2 base minacciando totali 46 danni.
    Nel caso in cui non morisse il mob, prossimo turno ho +4 Arcana +4 Riflessi da Testardo.


    SPOILER DI FINE TURNO


    Il Matto
    Aspetto attuale: Elaine, la Fata.

    Risorse: 60/60 (salute) - 95/100 (energia) - 9/15 (stress)
    Classi di Difesa: 10 - 7 - 8
    Ferite: Nessuna.
    Status: Nessuna.
    Bonus: +1 Attacco (dal Legame con Ezra, lv. 3); +2 Arcana dall'equip.
    Malus: Nessuno.
    Competenze: Arcana X - Carisma X - Furtività X - Società X
    Specializzazioni: Polimorfismo, Manipolazione dello Spazio, Manipolazione del Tempo.
    Prestigio: Influeza XVI - Notorietà XIV
    Equipaggiamento:
    - Cuore Indiviso: Attrezzi Superiori del Mestiere, Nascosto, Droga, Colpo di Genio.
    - Il Matto (Arcano Maggiore): Arma Superiore II (+2 Arcana); Mangiamana Superiore II; Nascosto; Versatile I. Attacca su Volontà e Riflessi, Difende su Riflessi.

    Passive: Ispirazione, Trionfo II, Testardo II, Ferocia, Analisi, Infaticabile.
    Azioni:
    ///


    Riassunto: Mi riprendo +5 di En da Ispirazione e +48 di en da Trionfo II andando a 95/100 di energia.


    Note:
    - пусть это пари? Scommettiamo?
    - до свидания, товарищ. Addio, compagno.
    - A-riamh cho math ri do bhòidhchead, a bhean. Mai grandi quanto la tua bellezza, mia signora.


    Edited by vøx - 18/12/2023, 05:40
  11. .


    Nome Belisar der'Ijs
    Razza Spettro
    Età Sconosciuta
    Provenienza Lothringen
    Lingue Atlassiano, Valhari, Aliothi
    Allineamento Caotico Malvagio
    Revisione




    STATISTICHE

    Livello 25
    Salute 40; Energia 120; Stress 15
    Riflessi 10; Tempra 5; Volontà 10

    Notorità XX; Influenza XIV

    Complessivo 25 Punti Difesa, +80 Punti Risorsa, 15 Punti Stress, 25+9 Punti Prestigio



    COMPETENZE [46/40]

    Arcana X; Carisma VII; Furtività VIII; Percezione X; Società VI

    Specializzazioni
      ● Arcana, Manipolazione degli Spiriti Malefici (Maledizioni)
      ● Arcana, Magia dei Nodi (Repulsione e Attrazione)
      ● Furtività, Sparire dall'occhio della mente (Invisibilità)
      ● Percezione, Visione assoluta (Visione a 360°)
      ● Bolla Transmundia (Teletrasporto interdimensionale)

    Complessivo 40 Punti Competenza, 6 Punti Background



    ARTEFATTI [15/15]

    Porta dei Sei Reami Attacca su Tempra, Difende su Tempra
      ● Attacco Ampio Superiore II (Supporto) (4)
      ● Gioco Sporco II (Debole, affligge Classe di Difesa) (2)
      ● Arma Insidiosa II (2)
      ● Attrezzi Superiori del Mestiere (Arcana) (2)

    Catene della Corruzione Attacca su Tempra, Difende su Riflessi
      ● Arma Superiore II (4)
      ● Nascosto (1)

    Complessivo 15 Punti Artefatto



    LEGAMI

    Lilandra Legame Mostruoso (+1 alle azioni di Supporto)
    Nova Legame Devastante (+1 alle azioni di Attacco)

    Complessivo 6 Punti Legame assegnati




    ABILITA' [24/15]

    Passive Personali
      ● Avvelenatore Mostruoso, +1 stato di qualunque effetto nocivo (2)
      ● Maledizioni Potenti, +4 alle Attive di Alterazione di stato nocive (2)
      ● Colpo di Genio, +1 a una prova una volta a giocata (1)
      ● Saggio, utilizza Arcana per prove di Carpenteria Navale, Navigazione, Individ. Artefatti (1)
      ● Infaticabile, risente di Spese Grandi e Ingenti come gravi della metà (1)
      ● Ispirazione, +6 a una risorse ogni 15 danni inflitti (1)
      ● Attacco Finale, +2 in attacco sotto al 50% salute, +4 a soglia critica (3)
      ● Intrepido, +1 azione se depotenzia con successo un bersaglio (2)

    Trasformazione (5)
      Bonus da Trasformato +4 in attacco
      Malus da non-Trasformato -4 in attacco
      Condizioni Legate ad una Risorsa (deve essere sotto al 50%); Berserk moderato (non può usare slot azione per difendere); Non può essere più curato; Effettuare la trasformazione richiede l'utilizzo della seguente abilità:

      Inversione del Sigillo Offensiva, Arcana su Tempra, Critico, Esaltante (A) II (+6 in attacco per il turno se infligge danni). Costo 20 Effetto 26

    Attive Personali
      ● Difensiva, Riflessi, Alto, Versatile (D) II (Tempra, Volontà), Variabile III (Critico, Immenso). Costo 12/20/36 Effetto Alto: 18/13/18; Critico: 26/21/26; Immenso: 42/37/42
      ● Supporto (Effetto di Stato: Debole, affligge Classe di Difesa), Arcana su Tempra, Alto, Ad Area II Costo 20 Effetto 18 (cadauno)
      ● Supporto (Effetto di Stato: Debole, affligge Classe di Difesa), Arcana su Tempra, Critico, Esaltante (S) II (+6 al danno per il turno se sortisce effetti), Variabile I (Immenso). Costo 19/35 Effetto 26/42
      ● Offensiva, Arcana su Tempra, Alto, Esaltante (A) II (+6 in attacco per il turno se infligge danni) Costo 12 Effetto 18
      ● Offensiva, Arcana su Tempra, Critico, Vampirico (S) (recupera 1/4 dei danni inflitti come salute) Costo 20 Effetto 26
      ● Offensiva, Arcana su Tempra, Immenso, Finale (effetto di costo pari a 1.5 se usato a soglia critica), Fulmineo Costo 40 Effetto 42 (70 a soglia critica)

      Importante Gli effetti sono calcolati al netto di qualsiasi bonus/malus eccettuata la Competenza di riferimento.

      Complessivo 15 Punti Abilità + 9 Punti Background




    Edited by vøx - 15/12/2023, 12:04
  12. .

    B E L I S A R,
    un miracolo lasciato a metà

    Prodigio. Ti hanno chiamato così, e tu gli hai creduto. Ti sei buttato addosso quella cappa nera e sei andato con loro, un nuovo adepto del Culto. Anche tua sorella vi ha seguiti, dicevano che era speciale - non come te, ma lo era comunque, a modo suo. Sono stati degli anni tranquilli. Terribili, sì, ma tranquilli. Poi lei è morta, e un po' sei morto anche tu. Era colpa loro, e tu hai iniziato a massacrarli, tutti. Gli hai mostrato cosa è in grado di fare un prodigio. Ti hanno braccato per questo, ti hanno imprigionato, ma non volevano rinunciare al loro miracolo. Sei riuscito a fuggire - con un piccolo aiuto. E sei tornato a trovarli, per diventare il loro incubo.
    Ora c'è uno scricciolo biondo che ti chiama per nome, una nuova possibilità, la nuova famiglia che ti sei costruito. E la guerra che hai intrapreso tanti anni fa e che non vedrà termine fino a che l'ultima mantella del Culto non avrà preso fuoco.





    HALVED MIRACLE

    C'è un buon motivo se ti hanno chiamato prodigio. La tua propensione alla trama arcana è innata, sei in grado di attingere alla magia dei nodi. Per intenderci, è lo stesso tipo di catastrofico potere utilizzato dal Doge di Alioth. Un prodigio, appunto. Sin dalla nascita sei stato in grado di manifestare il minimo infinito, e con esso di mettere fine all'esistenza di intere città. Un lampo azzurro, per respingere ogni cosa. L'inversione, il lampo rosso, per attrarre. L'unione dei due, la singolarità, il lampo viola, per annichilire.
    Dai Der'Ijs, la tua nobile (ma decaduta) famiglia, hai ereditato la capacità di vedere ogni cosa, o quasi. Di vedere e di comprendere.
    Ti hanno insegnato a trattare le maledizioni. Le hai studiate, tanto da arrivare a farle tue. Non si trattava più di sconfiggere demoni e spiriti malefici, di esorcizzarli o esiliarli: avevi raggiunto un livello tale da poterli manipolare e assorbire. Richiamarli in battaglia, se lo desideravi, o bruciare la loro energia per alimentare la tua potenza. E tutto questo con disarmante perizia. Mai uno spreco, mai un'esitazione. Eri ciò che avevano sempre desiderato, senza mai sperare tanto. La Catastrofe incarnata, il loro piccolo miracolo personale. Talmente capace a tutto da diventare capace di tutto. E così è stato. Un miracolo lasciato a metà.





    WAKING THE LEGEND

    Quando ti sei rivoltato contro di loro hanno cercato di distruggerti. Avrebbero voluto, ma non potevano. Così si sono dovuti accontentare di esiliarti nell'Oltre. Lontano dagli occhi, dal cuore, e dalla possibilità di continuare a farli a pezzi. I Mondi Alterei ti hanno accolto, seppur controvoglia, hanno imparato a conoscerti e a nutrire nei tuoi confronti un sano terrore. Ti chiamano Catastrofe, anche se nel Regno dei Sogni il tuo nome è Mezzo-Miracolo. Qui hai continuato a studiare, hai conosciuto mondi nuovi e nuovi modi di uccidere. Hai trovato persino la strada per tornare indietro - la Bolla Transmundia - e ora faciliti l'accesso all'Oltre a chi desideri raggiungerlo. Qualcuno ha preso a chiamarti Traghettatore, un nome mistico abbastanza da iniziare a piacerti.
    Non sei riuscito, invece, a trovare un modo per spezzare il vincolo che limita i tuoi poteri. Non puoi spezzarlo, ma puoi invertirlo e tornare - solo temporaneamente - l'orrore che eri un tempo, quando eri il flagello del Culto. Dovrai fartelo bastare.





    ANTIHERO DISEASE

    Ora c'è gente intorno a te. Ti chiamano Capitano. Hai una nave che solca i mari e i cieli con la stessa superba indifferenza, e una bandiera con un teschio che vomita uno spirito maledetto. Una nave fantasma, dicono. Non sanno che l'unico fantasma, lì, sei tu. E che puoi scomparire alla vista, se lo desideri. Hai adottato una ragazzina, anche se non potrà mai sostituire Lilandra. Il suo nome non è mai riuscita a dirtelo, tu hai deciso di chiamarla Nova. Non ti piace considerarla la tua seconda possibilità, ma in fondo sai che è così. Cerchi redenzione, a modo tuo, e insieme vendetta. Le tue prede sono le navi dell'Impero, la città di Treyarch, e ogni mantello che rechi il simbolo del Culto. Ci vorrà del tempo, ma cadranno tutti. Ne sei sicuro.
    In fondo, sei il mostro che loro hanno creato.






    Belisar è un personaggio di vøx per Atlante Nero GdR.
    Blandamente vietata la copia. Non ho più l'età per essere severo.
  13. .


    Schaffa Custode Garante aprì gli occhi al suono delle nocche sul legno.
    Con la rigida compostezza che gli era solita si alzò dal giaciglio, raccolse le proprie poche energie e cercò di disporsi ad ascoltare, nonostante l'ora tarda. La porta si aprì e un giovane pallido e consunto rimase sulla soglia, aspettando un invito a entrare che non si fece attendere. L'ospite, dopo aver richiuso la porta alle sua spalle, fece qualche passo nella piccola cella e andò a inginocchiarsi di fronte al Custode, ancora seduto sul letto.
    Schaffa lo squadrò con alterigia. L'aspetto era emaciato, ma non privo di cura: i capelli precocemente incanutiti erano acconciati in una lunga treccia che pendeva appoggiandosi alla spalla destra, il volto era livido ma dai bei lineamenti. Era qualcosa a cui tenevano molto, alla Stella Nera. Schaffa si concentrò sulle mani: le dita lunghe, nodose, non mostravano alcun tremore sebbene fossero contratte. Quel giovane non lo temeva. Questo al Custode Garante non piaceva, ma non poteva farci molto; quel ragazzino portava già tre anelli alle dita, era il piccolo prodigio di cui tutti parlavano con ammirazione e orrore in pari misura.
    - Avanti, parla - lo esortò, poco incline a perdere tempo.
    - Sono in ansia per la missione di domani - disse il giovane, senza un fremito. - Mia... Lilandra non è pronta per una cosa del genere.
    Schaffa si accigliò.
    - La cosa non ti riguarda. Devo ricordarti chi è il Custode di tua sorella?
    - Siete voi, signore.
    - Precisamente. La ragazza è stata vestita, nutrita e accudita da questa enclave per otto anni, è giunto il momento che inizi a ripagare il suo debito.
    Il giovane si prese un attimo prima di replicare.
    - Non lo metto in dubbio, signore. Solo... domani sarà pericoloso. Mi offro volontario come sostituto. Lilandra avrà sicuramente modo di rendersi utile al Culto.
    Schaffa sbuffò. No, la cosa non lo interessava. Anzi, provava un sottile piacere mentre rifiutava quell'offerta. Era il suo modo di ricordare a quel ragazzino arrogante che non importava quanti anelli avesse alle dita, né quanto mostruosi fossero i suoi poteri. Lì, alla Stella Nera, in seno al Culto, lui era un Custode. Lui avrebbe preso le decisioni.
    - Abbiamo già deciso, e questa discussione è durata anche troppo. Lilandra verrà con me.
    Il giovane si alzò di scatto. Il suo sguardo, glaciale, si posò sul Custode.
    - Se dovesse succederle qualcosa, non ve lo perdonerò mai.
    Schaffa scrollò le spalle.
    - Questo non sta a noi deciderlo. Siamo nelle mani del Divoratore.
    Le spalle del giovane caddero, come si fosse improvvisamente arreso. Fu forse sul punto di dire qualcosa, ma finì col tacere.
    Schaffa si alzò, e questo chiudeva la questione.
    - Sia fatta la volontà - disse il giovane, prima di voltarsi e andarsene.
    Schaffa rimase solo. Era tempo di riposare.
    Lo aspettava una dura giornata.


    ~



    Il sangue era ovunque, anche su quella sua dannata cappa nera da Custode. Schaffa si guardò intorno, scoprendosi solitario superstite della mattanza. Sparse in giro c'erano membra un tempo appartenute ai quattro uomini della sua scorta, che erano adesso nient'altro che cadaveri scomposti, mosaici a cui mancavano diverse tessere. La cosa, di per sé, non lo preoccupava troppo: erano stati addestrati, e profumatamente pagati, per svolgere quel compito. Si erano presi i loro rischi, avevano avuto sfortuna. Certo, quel demone si era rivelato come una minaccia assai più perniciosa di quanto non avessero voluto credere alla Stella Nera, ma erano comunque riusciti a esorcizzarlo. La missione era stata portata a termine, cose sempre.
    C'era solo un dettaglio - forse non trascurabile - che lo disturbava: il corpo della giovane di fronte a lui, l'addome aperto con un taglio osceno, le viscere vomitate sul pavimento, il volto abbandonato alla dolorosa paura della morte. Schaffa rivide lo sguardo livido del ragazzo prodigio che era andato a parlargli la sera prima, ricordando le sue parole.

    Non ve lo perdonerò mai.
    Un brivido gli percorse la schiena.
    Per la prima volta in molti anni, Schaffa Custode Garante ebbe paura.


    ~



    Questa è una notte particolare, una di quelle in cui i fili di molte vite che si sono incrociate iniziano a districarsi, liberandosi gli uni dagli altri, sfilacciando la matassa e trovando ognuno la propria strada solitaria - almeno per un po'.
    Questa è una notte in cui si compiono i fati.

    Schaffa Custode Garante scende da cavallo. Sembra nervoso, ne avrebbe qualche ragione.
    Nelle ultime settimane sono accadute molte cose, e tutte spiacevoli. Prima c'è stato l'incidente alla Stella Nera, quell'assurda esplosione, tutti quei corpi, l'odore di carne bruciata. Hanno detto che si è trattato di un incidente: un ragazzo - quel ragazzo, il prodigio, il miracolo - ha perso il controllo sui suoi poteri. Morto, lui insieme ad altri quattro. Qualcuno mormora di aver visto un'ombra nera con le fattezze di un demone sollevarsi sull'edificio in fiamme. Quelle voci sono state messe a tacere in fretta, e dell'incidente non si è più parlato. Non pubblicamente, almeno.
    Poi però sono iniziati a sparire membri inferiori del Culto. Scomparsi senza lasciare traccia, senza una ragione precisa. Infine, è stata la volta dei Custodi. Questi non sono spariti, però. Ne sono stati ritrovati i cadaveri, cinque in una settimana, tutti smembrati con una ferocia appassionata, ma lucida. Come se l'assassino stesse seguendo un rituale. Come se a guidarlo fosse un odio profondo, ma centellinato, coltivato con pazienza.
    Schaffa cerca di non far caso alle voci, ma è nervoso. Una volta sceso da cavallo, batte un colpetto sulla spalla di Jean, l'uomo di scorta che gli è stato assegnato. Il tocco è leggero, dura appena un istante. Un lampo viola, e Jean non è più lì.
    A voler essere precisi, Jean è ancora lì, almeno in parte, solo che non è più vivo. Tutto il lato sinistro del suo corpo, inclusa la testa, è stato spazzato via. Ciò che ne rimane resiste in piedi per pochi attimi prima di crollare al suolo. Rumore di ferraglia.
    Schaffa si guarda intorno, terrificato da ciò che non vede. Non c'è nessuno, se non una leggera nebbia, ma qualcuno deve esserci. Qualcuno che non dovrebbe esistere.
    - Custode... - mormora una voce nell'oscurità.
    Schaffa sente qualcosa alla bocca dello stomaco, come una morsa crudele che gli sconvolge le viscere, mentre viene spinto indietro.
    Vola per qualche metro, andando a sbattere contro un vecchio muro di mattoni. Dolore. Sangue. Vertigini.
    Schaffa vomita e si piscia addosso nello stesso momento. Ha paura davvero, stavolta.
    - Io... Io n-non - prova a balbettare, ma dal muro fuoriescono arti e fauci che lo aggrovigliano, lo tengono fermo, immobile. Qualcosa di osceno e negletto, un'ombra informe, si fa strada a forza nella sua bocca. Non può più parlare, respirare è faticoso. Non sente più le gambe, l'impatto deve avergli spezzato la schiena.
    Torna la voce nella nebbia, senza che ci sia un volto a cui attribuire quelle parole.
    - Ricordi cosa ti ho detto quella notte?
    L'aria rarefatta di fronte al Custode si piega, contorcendosi, e si fa nebbia. Dalla nebbia emerge il volto di uno spettro.
    Schaffa vorrebbe urlare. No. Non tu. Tu sei morto.
    Non può urlare, però. Quindi strabuzza gli occhi, sorpresa e terrore che si stringono in un abbraccio.
    - Ho detto: sia fatta la volontà.
    Strali neri bordati d'oro si accalcano sul Custode. Gli trapassano le narici, le orecchie, incuranti dei tessuti molli che cedono sotto la loro pressione, del sangue che cola a terra.
    Una treccia di capelli bianchi si muove rapida, poi un baleno argento - una lama che apre il corpo del Custode dal pube alla gola, una pennellata da artista.
    - E facciamola, questa volontà.

  14. .
    Quando le cose vanno male, ricorda che potrebbero andare peggio.
    Quando vanno peggio, ecco, lì puoi iniziare a preoccuparti.

    L'Edjerval è quasi una creatura senziente - il che non dovrebbe stupire, visto che stiamo parlando di Atlas. Ha un suo respiro, e delle regole che sarebbe bene non violare. Una di queste deve avere a che fare con come si affronta una valanga, e qualunque moccioso cresciuto anche solo alle falde della catena montuosa saprebbe recitarla a memoria. Voi però siete abituate ai climi caldi e umidi, con il freddo secco della montagna c'entrate poco e la vostra non è un'educazione da montanari. Per questo, ricorrere alla magia può essere una buona idea per scappottarsela, almeno in un primo momento. La valanga più che investirvi praticamente vi passa sopra. Quando potete tornare a respirare normalmente, due cose vi sono fin troppo chiare. La prima è che voi sarete pure in salvo, ma il sentiero davanti a voi - e anche dietro, tanto per dire - è completamente ostruito dalla neve. Parafrasando celebri terzi, non potete né scendere né salire. La seconda, e forse più importante, è che sta per arrivare qualcosa di peggio. E se già una valanga mentre attraversate un sentierino stretto sospeso a trecento metri non è proprio uno scherzo, quello che seguirà potrebbe non farvi troppo piacere. Anzi, diciamo pure che non vi piacerà per niente.
    Di per sé, questo sarebbe bastevole a darvi di che preoccuparvi ma (c'è sempre un ma, quando le cose iniziano ad andare peggio) non è tutto. Anche con i vostri sensi non affilatissimi, sentite qualcosa. Un rumore ovattato, distante, ma simile al tintinnio prodotto da una moneta che cade a terra. Vi rimbomba nelle orecchie, risulta quasi fastidioso. Poi, così come è venuto, il rumore cessa. In lontananza, il cielo si copre di tinte cupe, un lampo squarcia il solitario grigiore. La situazione potrebbe cominciare a farsi movimentata. Forse è il caso che iniziate a muovervi anche voi.


    Liberi di fare ciò che credete. Agite in supporto.

    Termine per postare: 12 Dicembre, ore 23.00.
  15. .
    {Partecipanti}

    Una cosa a cui bisogna stare attenti quando si ha a che fare con un Diavolo, è non lasciarsi andare alla convinzione che non possa esistere - perché verrete sempre smentiti, e nel peggiore dei modi.
    Bhaavink è passato oltre il muro, a quanto pare, mentre Elfaba e Haan si ritrovano vicino al bambino. Un bambino che per molti tratti non sembra molto normale, e che improvvisamente solleva il capo, il corpo in preda alle convulsioni, lo sguardo che da assente si fa crudele, gli occhi che diventano bianchi ruotando verso l'alto.
    - Devo cambiarla - dice. Lo ripete in maniera ossessiva, la musica intorno a voi aumenta d'intensità.
    - Devo cambiarla.


    {Bhaavik}

    Oltre il muro c'è qualcosa, ma non sapresti dire cosa: si tratta di una stanza, o forse di un regno intero, fatto solo di oscurità. L'unica cosa che intravedi è un orizzonte di penombra che divide il sopra dal sotto, come se anche le tenebre avessero una loro parte solida, sulla quale puoi muovere quelle tue zampette da piccione. E in quell'oscurità senti risuonare le parole pronunciate dal moccioso che risponde al nome di Leyt.
    - Devo cambiarla.
    Queste due parole non vengono ripetute, ma suonano ovattate, e rimbombano creando un'eco infinita, che invece di disperdersi sale di tono, si accalca nella tua testa, diventa opprimente al punto da farti desiderare di non averla mai sentita, di non essere lì. Qualsiasi cosa, ma non quello. Vieni pervaso da un sentimento che, anche se hai già conosciuto in altri tempi, non hai mai provato con quella intensità: solitudine, abbandono. Diventa qualcosa di assoluto, non riesci nemmeno ad avere paura perché il dolore di essere solo è l'unica cosa che riesci a sentire in quel momento. O forse sì, una piccola parte di timore c'è: hai paura di non essere in grado di provare nient'altro che quello, mai più. Un destino peggiore della morte. La parte inquietante è che non sai spiegarti quella sensazione. Non è tua, non ti appartiene, è come se qualcuno avesse preso le sue emozioni e te le avesse messe dentro a forza. Una compenetrazione che non ha nulla di gentile o garbato: è dominazione, pura e semplice. E dolorosa.
    Dalle tenebre emerge qualcosa. Il volto di una ragazzina, potrà avere quattordici o quindici anni. Indossa degli abiti un po' gualciti ma graziosi, sorride. Dietro di lei, lentamente, si affastellano altri volti. Uomini, donne, iniziano a essere tanti. Fra di loro ci sono alcune facce che puoi riconoscere: l'uomo che vi ha accolti in casa sua, quell'altro a cui avete provato a rivolgere la parola in piazza. I loro corpi, lentamente, iniziano a mutare. Si vanno decomponendo, lasciando davanti a te un manipolo di carcasse dai volti corrotti e ma sorridenti. Sorrisi che, adesso, risultano inquietanti.
    Intuisci l'orrenda verità dietro quella visione, è come se insieme alle sue emozioni, Leyt ti avesse passato i suoi ricordi. Li conosci in maniera indiretta, sai cosa è successo ma non saresti in grado di spiegarlo, o di raccontarlo ad altri.
    Una malattia. Sì, deve essere stata una malattia. Quell'epidemia a cui è stato fatto accenno, più volte. Quell'epidemia non ha solo fatte molte vittime, ha preso tutti - letteralmente. Tutti, meno il piccolo Leyt. Leyt che non è riuscito ad accettarlo, che ha tenuto lì gli spettri del suo intero paese, contro ogni logica, dandogli perfino un corpo. Leyt che tiene a distanza gli stranieri con le voci, la musica e la nebbia. Leyt che ha immaginato una storia e un cattivo - il Diavolo nel Campanile - fino a convincersene, dimenticando la realtà. Leyt che è diventato prigioniero delle sue stesse menzogne, e ora non può più fuggire da solo.
    E voi non siete riusciti ad aiutarlo.


    {Haan, Elfaba}

    Qualcosa si è rotto, o almeno così vi sembra. Avvertite il rumore, la frattura. Non vi appartiene, ma sentite il dolore mentre Leyt si solleva, levitando a mezz'aria davanti ai vostri occhi. Non avete più tempo, forse non l'avete mai avuto. Ty'laf è un luogo in cui il tempo non scorre - e se lo fa, è secondo regole a voi sconosciute.
    Leyt rimane sospeso, le braccia allargate e protese verso di voi - come se volesse abbracciarvi, come se chiedesse aiuto. Si tratta pur sempre di un bambino, un moccioso abbandonato da tutti, persino dalla sua stessa mente. Ci sarà una spiegazione per tutto questo, ma non è per voi.

    {Partecipanti}

    Tutto diventa improvvisamente bianco, divorato dalla nebbia. Ovunque siate, non vedete nient'altro che questa distesa infinita e amorfa, umida, invadente. Nelle vostre orecchie rimbomba ancora il suono di quelle parole: devo cambiarla. Non c'è riuscito Leyt, non ci siete riusciti voi.
    Un boato, vicino e distante al tempo stesso. Quando riaprirete gli occhi, sarete lontani da Ty'laf. E non saprete cosa farvene di questa storia assurda, a cui nessuno crederà mai. Sarete ancora tutti interi, e sentirete una leggera musica ronzarvi nelle orecchie. Siete salvi.
    Al contrario di Leyt, che cade a pezzi, rinchiuso lassù.
    Il Diavolo, nel suo campanile.


    Quest conclusa con un fallimento che non imputo interamente a voi, questo voglio che sia chiaro a tutti.
    Cercheremo tutti - me compreso - di fare di meglio in futuro.
    In deroga a quanto previsto dal Manuale, la valutazione di questa avventura sarà univoca per tutti i partecipanti, la stilerò personalmente evidenziando in particolare i punti di maggiore criticità (la riceverete in privato). Dal punto di vista narrativo, tutti voi avete offerto prove più che sufficienti, quindi non ho nulla da recriminare a riguardo.
    Vi invito a usare il canale discord (o di scrivermi in privato, se preferite) per evidenziare cosa della quest non vi è piaciuto o vi ha creato problemi particolari.
    Giuro che non mi offendo.
    Bacini stellari.
503 replies since 24/8/2010
.
Top